San Valentino, la lettera ai fidanzati di Don Nicola De Blasio: la vera libertà è l’amore.

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Carissimi fidanzati,
anche quest’anno, voglio esservi vicino, con questa mia lettera, nel giorno della festa degli innamorati.

L’innamorato è colui che nutre amore o che è preso d’amore per una persona: indica sempre un sentimento d’amore intenso, che può essere incipiente, e perciò più vivo e tormentoso, oppure già da tempo radicato e perciò, se corrisposto, più sereno.

«Ma cosa è l’amore?», chiedeva Papa Francesco durante l’udienza a piazza San Pietro ai fidanzati nel giorno di San Valentino del 2014, «Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita».

Nel cuore di ogni giovane alberga “il sogno dell’amore per sempre”, ma il mondo in cui viviamo gli dice che è solo una speranza, non dissimile da quella di vincere ad una lotteria. Oggi diventa assolutamente emergente lo studio dei fattori che integrano l’amore per sempre. Nel suo libro, “Il Sogno dell’amore per sempre, vademecum per fidanzati” (Ed. Ares), Ugo Borghello snoda a 360° gradi sui sentimenti e l’emotività, l’unicità della persona ma sempre in comunione, la sessualità integrata nella dignità della persona e sull’unicità del vincolo di amore per sempre, con i passaggi dell’innamoramento, del fidanzamento, delle varie stagioni nel matrimonio. Il libro parte dalla constatazione che per sposarsi non si studia nulla, molto meno che per prendere la patente; eppure è più importante di una laurea. Tutto nasce da un passato in cui si procedeva su binari fissi che indicavano il comportamento adeguato. Poi i binari sono scomparsi, sostituiti dal convincimento comune che l’amore sia l’innamoramento iniziale. Tutti gli esperti ormai distinguono innamoramento da amore, ma la cultura e il sentire comune riducono l’amore al sentimento spontaneo e alla sessualità, che non richiedono studio.

La verità dell’amore comprende una robusta dimensione morale: comportamenti validi che permettono di poterci fidare gli uni degli altri e costruire insieme. Tutto ciò fa parte del disegno divino per il bene degli uomini; chi lascia questa verità è come un ramo carico di ciliegie staccato dalla pianta: grande soddisfazione subito e poi muore e non dà più frutto. Oggi tale verità morale è contestata, ridotta, improvvisata, con il benestare della cultura imperante. Ciò porta alla morte dell’amore, ai disagi familiari, alla perdita di senso. Certamente i giovani rifiutano il moralismo, la morale imposta dalla legge o dai grandi. La morale ha senso solo come ossatura. Ma non si esce dal moralismo con una libertà irresponsabile, ma con una morale a servizio dell’amore. Tra la libertà senza legge morale del figlio prodigo e il moralismo di suo fratello, nella parabola del Vangelo, entrambi a due dimensioni ed entrambi falsamente giustificati dalla negatività dell’altro, occorre prendere le ali dell’amore e salire al livello del cuore del padre della parabola. Facilmente si pensa a due modi di vivere: chi sceglie la libertà pensa che l’alternativa sia il moralismo; chi sceglie la legge pensa che tutti i mali vengano dai peccati. Ma in realtà sono sempre tre le possibilità: quella della libertà senza legge; quella della legge senza libertà, e quella dell’amore che rende liberi di osservare la legge!

La libertà è responsabilità. La mia libertà finisce dove comincia quella dell’altro. La vera libertà è l’amore.

Sia fondata su questa la festa degli innamorati, sulla libertà e sull’amore, solo così una relazione è veramente bidirezionale, generativa, vera.

Prendo in prestito le parole del Papa emerito Benedetto XVI nell’incontro con i fidanzati ad Ancona del 11 settembre 2011: «Per certi aspetti, il nostro è un tempo non facile, soprattutto per voi giovani. La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire. Questa condizione contribuisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività della vostra generazione.
Come fidanzati vi trovate a vivere una stagione unica, che apre alla meraviglia dell’incontro e fa scoprire la bellezza di esistere e di essere preziosi per qualcuno, di potervi dire reciprocamente: tu sei importante per me. Vivete con intensità, gradualità e verità questo cammino. Non rinunciate a perseguire un ideale alto di amore, riflesso e testimonianza dell’amore di Dio! […] Non dimenticate, poi, che, per essere autentico, anche l’amore richiede un cammino di maturazione: a partire dall’attrazione iniziale e dal “sentirsi bene” con l’altro, educatevi a “volere bene” all’altro, a “volere il bene” dell’altro. L’amore vive di gratuità, di sacrificio di sé, di perdono e di rispetto dell’altro. […] Cari amici, ogni amore umano è segno dell’Amore eterno che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di un uomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vita nel matrimonio. […]
Non scoraggiatevi davanti alle carenze che sembrano spegnere la gioia sulla mensa della vita. Alle nozze di Cana, quando venne a mancare il vino, Maria invitò i servi a rivolgersi a Gesù e diede loro un’indicazione precisa: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5). Fate tesoro di queste parole, le ultime di Maria riportate nei Vangeli, quasi un suo testamento spirituale, e avrete sempre la gioia della festa: Gesù è il vino della festa!».
Carissimi, voi, con l’amore che avete per la persona al vostro fianco, siete l’antidoto all’egoismo che oggi regna nel cuore di molti uomini. Scegliendo di amarvi e testimoniando il vostro amore, voi siete, la luce del mondo e il sale della terra, la risposta alla cultura dello scarto e del nichilismo impernate nel mondo. Voi donandovi reciprocamente e gratuitamente nell’amore dell’uno per l’altro, siete i testimoni della solidarietà che diventa prossimità e responsabilità. Voi, vivendo e testimoniando il vostro amore, siete la speranza che, con la forza dello Spirito Santo, può riumanizzare le nostre comunità. Che Dio vi benedica e custodisca il vostro amore.

Buon San Valentino !
Con affetto
don Nicola De Blasio Direttore Caritas

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