Esther, per non dimenticare

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A tre anni dell’omicidio di Esther, giovane donna nigeriana entrata nella tratta dello sfruttamento sessuale, crivellata da sette colpi di pistola sparati da un assassino ancora ignoto, Benevento si ferma ancora a riflettere.

La Curia Arcivescovile ha voluto dedicare a questa donna un progetto finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana all’interno della Campagna “Liberi di partire, Liberi di Restare”.

Il progetto “Esther, per non dimenticare”, gestito dal Consorzio Sale della Terra in collaborazione con Solot, Compagnia Stabile di Benevento, punta a contrastare il fenomeno della tratta grazie al Centro Ascolto Donna e Vittime di Tratta della Caritas Diocesana ed ad una unità mobile psicopedagogica che da settembre girerà le periferie della provincia con il Camper #Ventotene per avvicinare le donne che vogliano liberarsi da questo assurdo giogo in cui entrano, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, almeno l’80% di tutte le donne nigeriane migranti, spesso vittime di raggiri ed inganni che ne stabiliscono metodi e rotte di sbarco.

Non solo. Il progetto Esther, vuol parlare agli italiani, a quei tantissimi italiani che si pongono come clienti finali di questo traffico infernale di esseri umani. Come per tutte le condizioni di mercato é palese a tutti che la tratta si ridurrà drasticamente solo se cala la “domanda”. Se intervenire a monte sul fenomeno della tratta per debellarlo significa intensificare gli sforzi di cooperazione internazionale tra gli stati, per ridurre la domanda serve solo nuova consapevolezza negli uomini e nelle donne dei nostri territori. “Siamo sicuri che alle condizioni attuali – spiega Angelo Moretti, direttore generale del Consorzio Sale della Terra- che legalizzare la prostituzione oggi significherebbe solo legalizzare la tratta, aggiungendo al danno già vissuto dalle vittime la beffa di stati occidentali conniventi con tali traffici. Non potrà mai essere questa la soluzione a tanto dolore”. ” Parliamo ai clienti – dice Don Nicola De Blasio, direttore Caritas Diocesana di Benevento – perché è compito della Chiesa scardinare il muro di indifferenza se non di iattanza verso tutte le donne vittime, attraverso gesti concreti ed una costante opera di sensibilizzazione. Quella morte non deve essere dimenticata o tritata dalle tante notizie di cronaca nera che ci giungono quotidianamente, deve restare un pungolo scomodo per la coscienza del popolo beneventano, che non è riuscito ad intervenire prima della morte violenta della ragazza”.

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