Presentato lo Sprar a Torrecuso.

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«Comincio con il ringraziarvi per il vostro calore, per l’atmosfera che qui ho trovato, per avermi attesa come se fossi una regina. Ma è mio dovere essere qui, perché solo incontrando le persone si colgono le complessità e la ricchezza, se questo poggia poi sulla professionalità allora c’è un volano che ci proietta al futuro»: con queste parole ha esordito la Direttrice del Servizio Centrale Nazionale SPRAR Daniela Di Capua, intervenuta alla presentazione dello Sprar del paese #Welcome di Torrecuso, che ospiterà  fino a 30 richiedenti asilo e rifugiati in nuclei familiari o monoparentali e sarà coordinato da Nicoletta Maiello.

«L’accoglienza – ha sottolineato la Di Capua – non è una scelta, non è una cortesia, non è un prodotto del nostro buon cuore: è un dovere. È un obbligo di legge per lo Stato che non può non accogliere i richiedenti di protezione internazionale. Stiamo quindi rispondendo – ha aggiunto – alla nostra Costituzione di cui tutti beneficiamo. Quando noi sui diritti cominciamo a dire “però” abbiamo perso. I diritti in quanto tali devono essere assoluti e quando si inizia a ragionare in termini di detrazione abbiamo perso tutti. Questo che sta avvenendo oggi, qui a Torrecuso, – ha detto – è un avanzamento della pace che attiva risvolti positivi di vita. Io credo che dobbiate essere orgogliosi – ha concluso Daniela Di Capua – perché avete fatto una scelta profonda, una scelta di accoglienza: state mettendo un seme per cambiare direzione».

 

Alla presentazione dello Sprar, tenutasi nella Sala Consiliare di Palazzo Caracciolo Cito è intervenuto il sindaco di Torrecuso Erasmo Cutillo che ha detto: «Offrire accoglienza è d’obbligo, ma deve essere fatto nel rispetto di chi viene e di chi accoglie. I processi devono essere partecipati dalla comunità, perché così possono essere virtuosi per tutti, si può essere una comunità che cammina insieme. Per una questione geografica siamo i primi a dare accoglienza, ma purtroppo l’emergenza è stata fronteggiata con i Cas, che non sono altro che “Lampedusa” spostati all’interno e questo ha spaventato le persone. Il sistema Sprar che stiamo presentando oggi – ha detto Cutillo – è invece un modello e presupposto per poter fare un percorso insieme. È un volano di sviluppo».

 

«Questo è un progetto a cui tengo particolarmente.  – Ha raccontato Alessandra Limata, Assessore alle Politiche sociali e giovanili, Pubblica istruzione e Cultura del Comune di Torrecuso – Bisogna appropriarsi di un nuovo concetto di accoglienza per togliere l’idea di invasione. Lo Sprar fa questo, già la parola sistema fa pensare a una progettualità, a qualcosa che fa rete. Questo progetto – ha concluso la Limata – avrà, anche grazie alle auspicabili Cooperative di Comunità, ricadute occupazionali ed economiche positive nei nostri territori. Gli operatori, giovani di Torrecuso, saranno tramite tra le famiglie che arriveranno e il territorio. I bambini che giungeranno qui frequenteranno le nostre scuole e praticheranno l’integrazione dal basso».

 

 

 

La parola “insieme” è stata al centro dell’intervento del parroco di Torrecuso don Antonio Fragnito, che ha detto: «Il Papa ci invita ad accogliere le persone che arrivano da fuori e condividere con loro il viaggio, il nostro vescovo Felice Accrocca ci invita a camminare insieme. È un concetto fondamentale in questo periodo di grande sofferenza. Le persone che arriveranno porteranno nuove energie e grazie al confronto ci potrà essere uno slancio e l’ottimismo per riprendere il viaggio. Torrecuso è una comunità aperta, accogliente e saprà portare avanti questo progetto».

 

«I Piccoli Comuni Welcome sono un modo per avanzare la pace. Stando qui oggi – ha detto il Coordinatore generale Caritas e Direttore del Consorzio “Sale della Terra” Angelo Moretti – stiamo condividendo un sogno: non possiamo fermare la guerra ma possiamo far avanzare la pace.  Torrecuso, come  tante piccole comunità, ha fatto una scelta di pace: non è una scelta scontata ed è bellezza in quest’epoca. Oggi questo Appennino che si sta spopolando decide di essere un Appennino di pace, mentre c’è una deriva culturale che va da un’altra parte, va verso la paura dell’immigrato. Tra l’essere accogliente e non essere accogliente Torrecuso ha scelto di esserlo. È un comune che ha scelto la pace camminando insieme con una Chiesa che ha scelto di essere attuazione profetica. I 12 operatori dello Sprar di Torrecuso saranno gli avamposti di una Torrecuso diversa, nuova, perché queste persone porteranno vitalità ma anche nuovi modi di pensare».

 

«Dio ha creato l’uomo, le frontiere le abbiamo create noi. –  È  così cominciato il contributo del Direttore della Caritas Diocesana don Nicola De Blasio – Lo sprar mette in relazione: fa conoscere. Ma ha anche un ritorno sociale: ci lavoreranno persone del luogo, soprattutto giovani.  Se è vero che Dio è carità, non siamo qui per fare qualcosa di eccezionale ma per fare qualcosa che è già nei nostri cuori

Nel Manifesto per una Rete dei Piccoli Comuni del Welcome  si parla di attuazione di misure già esistenti: il REI, i PTRI, e si parla di lotta alla ludopatia che sta ammalando il nostro territorio, dai ragazzi agli anziani perché è la speranza dei disperati».

 

Nicoletta Maiello, che coordinerà lo Sprar di Torrecuso, ha parlato delle azioni del progetto di accoglienza che operativamente con la sua équipe farà nei confronti delle persone che arriveranno: « Ci impegneremo – ha detto la Maiello – per offrire dignità, amore, fiducia nel futuro».

 

La presentazione dello Sprar si è conclusa con l’adesione del Sindaco di Torrecuso, Erasmo Cutillo, al Manifesto Caritas per una rete dei piccoli Comuni del Welcome.

 

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