Inaugurata la mostra "Un'Arte divina" di Antonio Landi a Montoro.

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Gli spazi suggestivi di Montoro Contemporanea hanno ospitato il vernissage della mostra “Un’Arte divina” del maestro ceramista e scultore Antonio Landi. Gremito il foyer per il taglio del nastro all’ingresso dell’ampio open space su cui si sviluppa il museo, ospitato nel convento Convento di Santa Maria degli Angeli a Torchiati di Montoro, in provincia di Avellino (raccordo Sa-Av, uscita Montoro Nord, direzione Avellino). A fare da preview al brindisi inaugurale anche un breve convegno a cui hanno preso parte il sindaco di Montoro, Mario Bianchino, l’assessore alla Cultura Raffaele Guariniello  e il curatore della retrospettiva Armando Genovese.

L’installazione, pensata come un percorso in cui lo spettatore può immergersi spostandosi liberamente e creando un proprio percorso personale, ripercorre cinquant’anni di attività di un’arte vissuta come vocazione, lontano da ogni forma di commercializzazione e dalle logiche del mercato.

La materia prende forma nell’estetismo evocativo di Antonio Landi.  Le mani imprimono la propria traccia alla ricerca della perfezione. Innovatore e visionario, la sua è una sperimentazione ossessiva sui materiali e sugli smalti, tra tecnicismi, ricerca  e manualità laboratoriale. Un linguaggio creativo mai retorico, che  si traduce in sculture tridimensionali, dall’artigianato artistico alla riproduzione dei grandi temi classici dell’età ellenistica e rinascimentale al più spinto interior design, tra avanguardia e soluzioni originali ed innovative, mosso sempre dall’estemporaneità delle emozioni del momento, senza sovrastrutture e schemi fissi, lontano dall’iconografia tradizionale campana e fuori dai canoni della ceramica classica.

Una capacità di progettazione che parte dal disegno del bozzetto alla realizzazione finale, attraverso un uso magistrale delle tecniche di sinterizzazione delle argille: ingobbio, stampaggio, colaggio, smalti dipinti a mano o a spruzzo, scintillanti smalti bronzei a II e III fuoco, terracotte, patine a freddo. Opere tridimensionali realizzate in gres, craqueles, in rilievo, con smalti carbocen.

Una semantica visiva e multistratificata che l’artista-ceramista ha sviluppato in circa cinquant’anni di attività, partendo dalla formazione degli anni ’60, frequentando il Liceo Statale d’Arte di Salerno e, contemporaneamente, le botteghe di arte ceramica di Vietri sul Mare presso numerosi laboratori, tra cui Falcone, Pinto, De Rosa. Poi la necessità di esprimere la propria personalità,  con uno stile assolutamente personale, originando una nuova dimensione espressiva negli anni degli studi all’Accademia delle Belle Arti di Napoli e e la successiva dedizione del laboratorio di ceramica C.A.M. Poi il trasferimento nelle industrie ceramiche di Sassuolo e Maranello e l’inizio della attività di docente, che ha svolto per trentacinque anni presso il liceo artistico Sabatini di Salerno, come professore di Discipline Plastiche ed Ornamentali.

Un’arte, quella di Antonio Landi, che lo storico dell’arte Mario d’Elia associa all’Ex limo terrae, alla creazione divina dell’uomo riportata nel libro della Genesi. “Il suo estetismo evocativo è una scelta voluta, cosciente e consapevole. Sperimenta nelle sue riproduzioni in terracotta smaltata, come il volto di Cristo della Pietà “vaticana” di Michelangelo, soluzioni prorpie di grande effetto, con smalti metallici a caldo e soggettive patine a freddo. La sua indagine si spinge fino a saggiare i canoni e le raffinatezze dell’età ellenistica ricreando la testa della Venere di Milo. Altro saggio della sua evidente maestrìa sono le riproduzioni della Dama di Urbino da Settignano (1403 ca. – 1464) dove analizza e ripropone quel modellato estremamente delicato e attento ai trapassi di luce, nonché la ricerca di una grazia e di una leggiadrìa rinascimentale espressa nel volto e nell’atteggiamento della giovane figura muliebre. Ripercorrere il cammino di Antonio Landi significa, quindi, non solo meglio conoscere l’uomo, l’artista e la sua produzione, ma riscoprire altresì quelle sollecitazioni che ancora possono venire a noi dai grandi Maestri del passato e dalle loro realizzazioni che hanno arricchito e fatto grandezza dell’uomo immagine di Dio”.

“Antonio Landi ricerca la il divino della proporzione aurea inconsapevolmente, partendo dalla constatazione della realtà – sottolinea il curatore Armando Genovese, professore di Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico Sabatini di Salerno _ Si ispira ai grandi maestri del rinascimento e applica le sue idee e la sua arte nell’aiutare gli altri artisti a realizzare le loro opere. La sua non è una ceramica tradizionale, ma una scultura a tutto tondo, impostata sul concept della sperimentazione costante su forme e smalti”.

L’impianto dell’installazione prevede un centro radiale con le opere disposte in ordine cronologico, dagli schizzi del 1965-68, alle riproduzioni rinascimentali, alle serie di piatti dipinti a mano degli anni ’70, alla Dama di Urbino, alle nuove strutture contemporanee di interior design.

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