L’8 marzo di sciopero dei dipendenti della Clinica Santa Rita di Atripalda.

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Adesione altissima alla giornata di sciopero proclamata per mercoledì 8 dai sindacati dei lavoratori della Clinica Santa Rita di Atripalda. Uniti nella lotta per rivendicare i propri diritti. Medici, infermieri e personale della Clinica Santa Rita hanno incrociato le braccia per quattro ore mercoledì mattina manifestando davanti la struttura sanitaria atripaldese. Dopo una settimana di volantinaggio per informare la popolazione e gli utenti sulle condizioni in cui sono costretti ad operare, questa mattina c’è stata la sospensione dell’attività lavorativa con uno sciopero massiccio al quale ha preso parte l’80% della forza lavoro della clinica di proprietà di Walter Taccone.

Compatte anche le sigle sindacali che hanno affiancato gli operatori durante la manifestazione di protesta per chiedere il pagamento di due mensilità arretrate e soprattutto lumi sul futuro della clinica privata al centro di una trattativa che Walter Taccone ha anticipato su queste colonne e successivamente ribadito in una lettera inviata ai sindacati prima dell’incontro in Prefettura dello scorso 1 marzo al quale non si presentò.

“Vogliamo chiarezza sui due mesi di stipendio che non vengono pagati e sul futuro dell’azienda come ci ha comunicato il presidente del Cda – dichiara marco D’Acunto della Fp Cgil. Se è vero che c’è una trattiva in corso, vogliamo sapere chi arriva, qual è il piano industriale, come viene garantito un servizio pubblico gestito da privati”. Queste le priorità per il sindacalista della Cgil insieme al “mantenimento dei posti letto. Vogliamo delle risposte che garantiscano sia i lavoratori che i pazienti”.

Tanti i dipendenti che chiedono a Taccone chiarezza, ma soprattutto un confronto che non riescono ad avere da mesi. La disperazione è supportata dall’azione dei sindacati: “si parla del futuro dell’azienda, di gruppi industriali stranieri. Vogliamo sapere che intenzioni hanno – continua Spagnuolo della Uil Fpl. L’azienda ci deve delle risposte anche per gli stipendi e se non lo fa passeremo al decreto ingiuntivo e ad altre azioni di forza”.

Mancanza di confronto lamentata anche Mario Walter Musto della Cisl Fp “Sta crescendo la rabbia e un senso di sfiducia nei confronti dell’azienda. E’ maturato il secondo stipendio e devono ancora ricevere quello precedente. Abbiamo bisogno di certezze sia per quanto riguarda le mensilità che gli sviluppi futuri. Taccone ha detto che era pronto a vendere, ma di questo possibile acquirente però nessuno sa niente e non c’è atto concreto che ne dimostri l’esistenza”.

Stessa linea dei colleghi sindacalisti anche per Romina Iannuzzi della Nursind che aggiunge ” Non si registra alcuna apertura del presidente Taccone, evidentemente chi si prende cura dalla saluta pubblica ha meno importanza di un calciatore

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