Moscati, incomprensibile ritardo sul recepimento degli istituti contrattuali, la denuncia della Cisl.

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«Per fornire migliori prestazioni assistenziali presso l’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino occorre necessariamente avviare le trattative con cui si recepiscono le norme previste dal recente contratto, avvenuto lo scorso mese di maggio. Ci auguriamo che l’incontro del prossimo 5 ottobre 2018 con l’amministrazione dell’Ospedale Moscati non si rilevi un ulteriore incontro improduttivo ma che sia l’avvio dei lavori per giungere alla stipula del nuovo contratto integrativo aziendale e per definire gli istituiti contrattuali innovativi». E’ quanto dichiara Antonio Santacroce, segretario Cisl Fp Irpinia-Sannio.

«Gli irrisolti problemi alimentano il senso di sfiducia nei lavoratori. Ad esempio- chiarisce il sindacalista- la problematica che riguarda il cosiddetto tempo di divisa e di consegne: è indispensabile che gli operatori abbiano un ben definito e riconosciuto tempo per poter dare e ricevere le consegne di reparto ed anche vedersi riconosciuto il tempo necessario per indossare e dismettere la divisa ad inizio e fine turno. In questo senso, con l’Azienda Ospedaliera, abbiamo ancora aperto un discorso di possibile accordo che dura ormai da tempo, prima di continuare il percorso legale già intrapreso dal nostro ufficio legale per un
consistente numero di lavoratori. Non condivideremo ulteriori perdite di tempo e tentativi di chicchessia atti a rinviare la corresponsione dell’istituto contrattuale della mensa, per non parlare poi dello scorrimento delle cosiddette “fasce” ossia le progressioni economiche che vedono ancora un nutrito gruppo di dipendenti in attesa addirittura dei primi scatti, in barba agli accordi sindacali assunti. Siamo stanchi delle continue promesse che i lavoratori, da circa un decennio, sentono ripetersi, circa l’adeguamento e giusto dimensionamento degli organici per garantire sempre ed in qualsiasi momento prestazioni assistenziali adeguate e prive di qualsiasi rischio mentre nei fatti si ritrovano ad affrontare, con costante affanno e mille peripezie, il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Si continua a registrare il sottodimensionamento, rispetto alle attività richieste, presso la stragrande maggioranza delle unità operative del “Moscati”. Come parte sociale siamo pronti ed aperti al confronto ma inevitabilmente, se la fase di stallo dovesse perdurare oppure non dovesse convincerci il percorso aziendale che ci verrà sottoposto, non indugeremo ad indire forme di mobilitazione del personale del
“Moscati”».

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