Regressione suicida, Salvatore Massimo Fazio presenta il suo libro venerdì 28 a L’Angolo delle storie.

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avellino-28_10_2016Venerdì 28 ottobre presso la Libreria L’Angolo delle Storie Salvatore Massimo Fazio presenta il suo libro “Regressione suicida. Dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro”.

Nietzsche lo chiamò “il più inquietante fra tutti gli ospiti”. Mentre nell’arte contemporanea, artisti del calibro di Maurizio Cattelan e Damien Hirst, esplicitano, con le loro opere, la rassegnazione dell’uomo contemporaneo occidentale di fronte alla intrascendibilità della morte.

Adesso il nichilismo, la negazione di ogni valore, il non sense primitivo e ineluttabile, ritorna prepotente al centro della scena editoriale con “Regressione suicida. Dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro” l’ultima opera dello scrittore – filosofo catanese Salvatore Massimo Fazio, da pochi giorni in libreria per Bonfirraro editore.

E dopo l’attesissimo exploit nella città etnea, Fazio solca lo Stretto per riabbracciare i suoi sostenitori campani e calabresi in un tour letterario- filosofico senza sosta, che si prevede già di gran grido. Lo troveremo, infatti, il prossimo giovedì 27 ottobre alle 18, in corso Vittorio Emanuele alla Mondadori di Torre del Greco (NA), mentre il giorno successivo si sposterà ad Avellino, alla libreria L’angolo delle storie, in via Fosso Santa Lucia, ore 18.30, con la moderazione della blogger Annalisa Soddu. Il 29 ottobre, invece, riavvicinandosi in terra sicula per gli appuntamenti che lo attendono a novembre, sarà ospite della Ubik di Cosenza, in via XXIV Maggio, ore 18.

A cinque anni dal successo di Insonnie, l’eclettico scrittore ha nuovamente il coraggio di spalancare il suo universo emotivo – emerso con l’omonima malattia che sfibra la mente e il corpo – a un lettore assetato di conoscenza: nelle pagine del nuovo saggio, partendo dalla sinéité in Cioran e procedendo col terrore in Sgalambro, si effettua una seduta chirurgica, volta a sezionare la stupidità dell’uomo per ricompattarla, trasformandola in un’unica azione possibile: regredire nel concetto di suicidio.

C’è, insomma, tutto Fazio in questo libro: c’è il confronto, acceso e irripetibile, tra due mostri sacri della filosofia esistenzialista che ne hanno inevitabilmente influenzato la vita e il pensiero: un’imperdibile discussione a distanza nel tempo e nello spazio tra le istanze cognitive del primo, di origini romene, di cui Fazio sottolinea il lirismo che diventa lo stile espressivo del suo filosofare, e il siciliano Manlio Sgalambro, che è il filosofo pessimista, nichilista – o «tuttista» come preferisce lui – ma anche lo chansonnier ironico vecchio stile che swinga e induce al sorriso, autore delle liriche più belle, passate alla storia della musica italiana attraverso la voce di Franco Battiato. 

E c’è tutta la sua pars costruens in un tentativo di gettare definitivamente le istante epistemologiche del suo pensiero, il nichilismo cognitivo, allontanandosi così dai padri che negavano l’esistenza della realtà e di ogni valori, fornendo così, a dispetto del titolo, che ai più può sembrare inquietante o irreparabilmente distopico, un messaggio di speranza: la regressione è un atto positivo di accettazione.

E, dunque, la domanda sorge spontanea: mentre finge di raccontarli in maniera critica, Cioran e Sgalambro, con tutto l’orrore e la disperazione che gli hanno procurato, lasciandolo “insonne”, Fazio ha raggiunto la maturità per “mangiarsi” i suoi maestri?

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