5 anni fa l’alluvione nel Sannio, Ad Rummo: non è cambiato niente.

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I volontari del gruppo comunale di Protezione Civile di San Severino Marche scavano nel fango per liberare la linea di produzione ma anche i capannoni e il piazzale del pastificio Rummo, nella zona industriale di Benevento, 21 ottobre 2015. I volontari del gruppo comunale di Protezione Civile di San Severino Marche sono arrivati nel primo pomeriggio di ieri nel Beneventano per prestare aiuto alle popolazioni e alle attività colpite dall'alluvione che nella notte tra il 14 e 15 ottobre ha provocato, fra l?altro, l?esondazione del fiume Calore. ANSA/ UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI SAN SEVERINO MARCHE +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
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A cinque anni dall’alluvione, che causò vittime e ingenti danni sia al settore agricolo che imprenditoriale nel Sannio, l’area industriale di Benevento ancora non è stata messa in sicurezza: lo denunciano i titolari delle aziende “Pastificio Rummo” e “Agrisemi Minicozzi” che andarono letteralmente distrutte e divennero il “simbolo” di un disastro, forse “annunciato”.

“Il nostro stabilimento – ricorda Cosimo Rummo, ad dell’omonimo pastificio – fu travolto da un’onda alta otto metri e mezzo. Fu un miracolo che nessuno dei nostri dipendenti ci lasciò la vita. Come un miracolo è stato l’impegno di tutti i nostri operai che ci hanno aiutato e sostenuto a rilanciare l’azienda, tanto che in base al sondaggio Doxa dello scorso mese di giugno la nostra è la pasta preferita dagli italiani”.

“Ma – continua Rummo – a distanza di cinque anni da quella tragedia, dobbiamo registrare che nessuna opera seria di messa in sicurezza dell’area industriale di Benevento è stata praticata: una situazione che mette a rischio il futuro delle aziende ivi localizzate e di centinaia di operai”.

Della stessa opinione anche Antonio Minicozzi, amministratore dell’omonimo gruppo industriale e leader in Campania del settore cerealicolo.

“Il maltempo di oggi – dice Minicozzi – ricorda quella triste giornata di cinque anni fa quando i nostri capannoni vennero invasi dall’acqua fino a dieci metri di altezza distruggendo tutto. Ora a distanza di un lustro, grazie all’impegno della famiglia e dei nostri operai, investendo con le nostre forze il 90 per cento delle risorse necessarie, abbiamo rimesso su l’azienda che è tornata ai fatturati del 2014, l’anno precedente l’alluvione”.

“Ma – conclude Minicozzi – l’intera area ancora non è stata messa in sicurezza e questa situazione, ogni qualvolta si abbatte un nubifragio sulla zona, ci mette ansia, paura, riportando la nostra mente al dramma che abbiamo vissuto il 15 ottobre 2015”. (ANSA).

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