Amdos Avellino, l’associazione che raccoglie le donne operate al seno, da anni si impegna per assicurare una qualità della vita decorosa a chi soffre di questo terribile male.
La chemioterapia per questo tipo di cancro porta come effetto collaterale la perdita della capigliatura, già dopo le prime 4-5 applicazioni, in massimo 2 settimane.
“E c’è un prima e un dopo perchè ti vedi cambiata, diversa, non ti senti donna – spiegano le volontarie Amdos -“.
Con una petizione l’Amdos Avellino sta raccogliendo firme affinché anche la Campania, come altre regioni, deliberi uno stanziamento di fondi da destinare come contributo a parziale o totale rimborso del costo per l’acquisto della parrucca.
Alcuni trattamenti antitumorali possono causare la caduta dei capelli che, oltre a generare una sofferenza psicologica aggiuntiva, comporta un costo, anche oneroso e non sempre sostenibile per la persona malata, per l’acquisto di una parrucca. Ma ad Avellino, grazie all’Amdos del capoluogo c’è una Banca della Parrucca. Una costola del grande progetto che le guerriere rosa del capoluogo curano direttamente in città, in via Tagliamento nell’ex Eca. Una sede palpitante quella dove abbiamo incontrato la presidente Ianuario, sua Sorella Maria Rosaria, PIna Belvedere, la giovanissima Antonella e Maria Cristiana Paradiso. Anche loro guerriere rosa impegnate nella prevenzione.
La qualità della vita, il ritorno al lavoro, la socialità del malato di cancro dipendono anche dalla parrucca che non può certo essere considerata un accessorio frivolo e superfluo ma un vero e proprio presidio sanitario necessario. E così loro hanno costruito il crocevia prezioso in cui donare e ricevere.
«Purtroppo però gli interventi pubblici per l’acquisto della parrucca in caso di alopecia da trattamenti antitumorali non sono disciplinati in modo uniforme da una normativa nazionale e le disposizioni regionali sono quanto mai diversificate e coprono il bisogno a macchia di leopardo – spiega la presidente Ianuario, veterana dell’associazione -. Solo dieci regioni stanziano fondi a parziale o totale contributo per l’acquisto della parrucca: Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria, Basilicata, Marche, Trentino Alto-Adige, Veneto, Umbria, Puglia con un’evidente disparità tra Nord e Sud del paese aggravata dalla eterogeneità dei criteri applicati per il rimborso che varia da regione a regione. Alcune associazioni di volontariato operanti sul territorio mettono a disposizione delle parrucche per pazienti oncologici. Abbiamo presentato la richiesta alla presidente D’Amelio».
«Intanto in Campania l’associazione Amdos (Avellino) offre l’opportunità alle donne operate al seno di accedere alla banca della parrucca o al contributo parrucca destinando ogni anno 1.000 euro, (100 € a 10 donne operate al seno e in chemioterapia) – spiega Maria Rosaria Ianuario -. Per accedere al contributo è necessario contattare la responsabile Amdos e presentare la domanda corredata dei seguenti documenti: Fattura e/o scontrino spesa sostenuta acquisto parrucca, copia carta d’identità, indirizzo e reperibilità telefonica (paziente richiedente). Il contributo di 100 € non è legato al reddito e il contatto con la paziente e la consegna del contributo avviene su appuntamento presso la sede Amdos Avellino o presso il reparto di oncologia dell’azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino».
La Regione Campania attualmente non prevede contributi per l’acquisto della parrucca per le persone che ne hanno necessità a causa di alopecia da trattamenti antitumorali. Con una petizione l’Amdos Avellino sta raccogliendo firme affinché anche la Campania, come altre regioni, deliberi uno stanziamento di fondi da destinare come contributo a parziale o totale rimborso del costo per l’acquisto della parrucca per i malati di cancro che ne facciano richiesta.
È possibile firmare la petizione presso la sede Amdos Avellino, in via Tagliamento (ex Eca) oppure presso il Centro servizi per il volontariato Irpinia solidale al corso Umberto I 109 ad Avellino.
Ginnastica dolce, eventi, volontariato in ospedale nei reparti di oncologie sono solo alcune delle attività di queste signore belle, fiere e coraggiose. Avanti così, aspettando l’otto marzo col grande evento della sciarpata rosa.