Canova, in tanti al Circolo della Stampa.

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Grande successo di pubblico per l’Evento multimediale: “Il fascino eterno di Antonio Canova”, che si è tenuto sabato 8 ottobre 2022, presso il Circolo della Stampa di Avellino.
L’evento culturale è stato organizzato dal Circolo culturale “Francesco Solimena” e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” per celebrare il duecentesimo anniversario della scomparsa del grande scultore veneto.
L’evento multimediale è stato moderato dal Dott. Gianluca Amatucci.
All’evento culturale sono intervenuti con dei saluti: Prof. Stefano Orga (critico d’arte e moderatore del Circolo culturale “F. Solimena”), Dott. Sabino Morano (scrittore e saggista), Dott. Ettore Barra (editore e vicepresidente dell’Archeoclub – Avellino), Maestro Francesco Roselli (pittore e ceramista), Dott.ssa Maria Ronca (Il bucaneve), Dott.ssa Stefania Marotti (giornalista).
L’evento è stato promosso dal Circolo culturale “Francesco Solimena e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” con la collaborazione dell’Archeoclub Italia (sezione di Avellino), Associazione Culturale ACO ed In Arte Libertas.
I prossimi incontri storico-artistico si terranno presso il Circolo della Stampa:
Sabato 26 novembre alle ore 18.30 dedicato al secolo d’oro della pittura fiamminga dedicato a Van Der Stoffe (1611-1682) dal titolo “Il battaglista del Seicento di Leida: Jan Jacobsz Van Der Stoffe”, sarà presentata un’opera firmata e datata 1657.
Venerdì 30 dicembre alle ore 18.30 dedicato al postimpressionismo e all’intimismo francese d’inizio Novecento dal titolo “Pierre Laprade e l’Intimismo francese”.
Per informazioni e contatti: centrodiricerca.bo@libero.it .
Antonio Canova dal nonno, capomastro e scalpellino, imparò i primi elementi del mestiere; per interessamento del senatore Falier, che ne aveva avvertito le doti eccezionali, fu mandato a studiare a Venezia, con Torretti, poi con Ferrari. Le prime opere (1773-79) risentono del gusto settecentesco. Con l’architetto Selva, Canova si recò a Roma nel 1779, le opere realizzate in questo periodo presentavano i primi segni dell’influenza degli ideali neoclassici sulla sua arte, più chiaramente visibili nella serie di sculture di soggetto mitologico eseguita negli ultimi anni del Settecento.
Dopo un viaggio a Vienna, dove ebbe l’incarico del Monumento funebre di Maria Cristina, tornò a Roma (1799) e poco dopo cominciò a lavorare per Napoleone.
Nel 1802 ebbe l’incarico di Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato Pontificio oltre a quello della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, compito assegnatogli in quanto Principe dell’Accademia di San Luca.
Dopo la caduta di Napoleone fu incaricato da Papa Pio VII di ricondurre a Roma e nei territori sottoposti al dominio pontificio le opere che erano state saccheggiate durante l’occupazione francese. Così tornò a Parigi nel 1815 con il fratellastro Mons. Giovanni Battista Sartori, qui grazie ad una abile azione diplomatica riuscì a riportare in Italia numerose e preziose opere artistiche trafugate da Napoleone.
Papa Pio VII, per questa sua grande opere in difesa dell’arte italiana, gli conferì il titolo di Marchese d’Ischia, con un vitalizio di tremila scudi che egli volle elargire a sostegno delle accademie d’arte.
Il maestro morì a Venezia il 13 ottobre 1822.
L’arte di Canova ebbe un’influenza notevole sulla scultura del primo Ottocento: artisti d’ogni paese si formarono alla sua scuola e ne diffusero ovunque i principi e i modi.

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