Giornata dell'economia, il Rapporto Irpinia della Camera di Commercio di Avellino.

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invito-giornata-economia-2014Si è tenuta presso la sala dell’ Oratorio della sede camerale di Piazza Duomo la 12ma Giornata dell’Economia annuale, appuntamento istituzionale in cui la Camera di Commercio di Avellino presenta il quadro dell’andamento dell’economia provinciale, attraverso l’analisi delle principali variabili di tipo congiunturale e strutturale riguardanti le caratteristiche e le performance delle Imprese italIane sui mercati interni ed internazionali, l’andamento del mercato del lavoro locale, il tenore di vita delle famiglie irpine.

Quest’anno in occasione della giornata dell’ Economia è stato organizzato un workshop sul rema “Finanza e Sviluppo locale: quali opportunità per l’Irpinia” in cui alla presentazione del Rapporto Avellino 20]4 sono seguiti gli interventi di esponenti del mondo bancario per presentare alcuni strumenti finanziari innovativi ed in generale approfondire il ruolo della finanza nell’ attuale fase dell’economia.

Gli ultimi dati dell’economia irpina – ha sottolineato il Presidente della Camera di Commercio Costantino Capone nella sua presentazione – continuano a destare molta preoccupazione confermando che la crisi è tutt’ altro che alle spalle e che i suoi effetti stanno ricadendo in particolare sulla microimprenditoria locale.

Confrontando i dati 2013 delle iscrizioni di nuove imprese pari a 2.645 con le cancellazioni spomanee (ossia al netto di quelle effettuate d’ufficio) pari a 2.515 si ricava in realtà un saldo positivo della nati-mortalità imprenditoriale in provincia di Avellino pari a 130 unità.

Rispetto al 2012 sono quindi nate più imprese (+76) ma anche più cessazioni (+ 16): a fronte di tali flussi il tasso effettivo di crescita nel 2013 è stato pari a + 0,29, leggermente più alto del 2012 (+0,2%). Peraltro, il confronto territoriale restituisce una situazione meno dinamica nspetto al tasso medio di crescita in Campania pari a +0,88%; mentre sostanzialmente in linea con la media Italia di +0,21%. Nel primi mesi del 2014 l’andamento inprenditoriale peggiora registrando un consistente calo di nuove imprese ed un contestuale aumento delle cessazioni con una flessione dello 0,7% rispetto alla consistenza imprenditoriale a fine 2013.

Solo l’imprenditoria giovanile risulta l’unico fenomeno positivo per quanto riguarda il sistema imprenditoriale irpino con un saldo crescente di 573 nuove imprese tra il 2012 e 2013. Si tratta di una indicazione sicuramente incoraggiante, anche in considerazione del fatto che quasi tutte le 5.821 imprese giovanili registrate ad Avellino (il 13,3% del totale, a fronte del 10.8% nazionale) siano condotte esclusivamente da giovani, senza la collaborazione di soci più maturi, il che rappresenta sicuramente un elemento di evidenza della responsabilizzazione imprenditoriale della classe emergente del fare Impresa.

Il commercio estero che negli ultimi anni ha sostenuto i livelli produttivi ed occupazionali delle nostre imprese ha arrestato nel 2013 la propria crescita stante un valore esportato in leggera flessione (-2, 1%) denotando come sia necessario intensificare ulteriormente gli sforzi per elevare i livelli competitivi delle nostre imprese sul fronte dei mercati internazionali. Si nduce il saldo commerciale nspetto all’anno precedente, in ragione del calo delle importazioni delle imprese (-11,6%). Ciò è dovuto alla debolezza della domanda interna, che spinge le imprese a rallentare quei cicli di produzione per cui si richiedono prodotti e materiali provenienti dali” estero.

Anche il turismo in provincia, prettamente domestico, risente della crisi economica che colpisce la capacità di spesa degli italiani, con un calo di oltre il 10% sia di arrivi che delle presenze nell’ultimo anno. In questo modo. Avellino va in controtendenza rispetto ad una regione che, pur nella morsa della crisi, ha saputo, in misura non dissimile dal resto del Paese, incrementare i propri flussi in entrata pur con una battuta d’arresto proprio nell’ultimo anno. Una crisi che sottrae ad Avellino un potenziale di crescita ampiamente sotto-valorizzato: i 76.700 arrivi, infatti, collocano la provincia irpina ancora in una posizione periferica rispetto ai grandi attrattori turistici campani costituiti in particolare da Napoli, dalle aree archeologiche del suo hinterland e dalle costiere.

Non mancano le note positive per l’economia irpina come l’inversione di tendenza registrata nel mercato del lavoro locale in cui si rileva un incremento delle forze di lavoro e soprattutto dei numero di occupati (+ 7.000 occupati) ed il calo di chi cerca un’occupazione realizzando nel 2013 una sona di miracolo per il nostro territorio ossia la riduzione del tasso di disoccupazione sceso al 13,6% (dal 15,2% nel 2012) in un momento in cui a livello nazionale cosi come in tutte le macroaree del nostro paese la crescita della disoccupazione è l’indicatore da tutti citato per segnalare la vera emergenza su cui intervenire in fretta ossia il lavoro.

In effetti a fronte di una riduzione dell’occupazione più stabile cresce in maniera mollo consistente il lavoro precario o saltuario (ossia coloro che lavorano fino a 20 ore settimanali incrementatisi di oltre 5.300 unità) ma anche quelli che lavorano oltre la soglia delle 40 ore settimanali ossia lavoratori autonomi e coloro che hanno scelto dilavorare come coadiuvante in un azienda di famiglia.

In generale, l’analisi della Camera di Commercio evidenzia per la provincia di Avellino una capacità di tenuta dell’economia migliore di quella delle altre province campane. I tassi di variazione del valore aggiunto risultano infatti i migliori tra i cinque osservati. e ciò vale soprattutto ali ‘indomani della crisi internazionale del 2009.

Nel solo 2013, il valore aggiunto nominale è sceso del -0.3%, recuperando terreno, pur se in termini dI minore descrescita, sia rispetto alla medIa campana, meridIonale che nazionale. Sorprendente per certi versi è l’apporto all’economia locale dell’industria culturale e creativa ossia del segmento dell’economia che fa per lo più riferimento all’artigianato, ai prodotti tipici locali, ivi compresi quelli agroalimentari oltre che alle Imprese.

Il valore aggiunto di tale comparto è pari a 397 milioni di euro di valore aggiunto pari al 6,0% del valore aggiunto provinciale totale e 8.500 addetti in termini di occupazione pari al 6,7% che è la più alta tra tutte le province campane e superiore persino alla media nazionale.

Sul fronte delle famiglie, la crisi sta erodendo il tenore di vita della popolazione irpina: i consumi nsemono di un reddito disponibile in costante calo anche se a fronte di un livello di patrimonio di relativa sicurezza, facendo segnare una riduzione progressiva della spesa che nell’ultimo anno assume la forma di una contrazione niuttosto forte, perdendo 2,8 nunti in un solo anno, ben al di sopra della discesa segnalata su base nazionale e meridionale. Da rimarcare l’alta quota di famiglie in povertà in provincia di Avellino che ha superato il 20% del totale che pur essendo il più basso fra tutte le province campane evidenzia come si stia allargando la fascia di popolazione che non riesce più ad andare avanti con i propri mezzi.

Particolare attenzione come semnre nel rapporto della Giornata dell ‘Economia viene dedicata all’intermediazione creditizia evidenziando ancora una volta le difficoltà del nostro sistema economico sul fronte dell’accesso al credito e del costo del denaro, nonostante un livello sempre alto dei depositi e quindi di raccolta dei risparmio.

Sul versante degli impieghi bancari, il calo è stato del -2,3 ed ha colpito soprattutto le imprese, evidentemente danneggiate da un peggioramento del merito di credito, legato a difficoltà finanziarie e patrimoniali indotte dalla crisi mentre dal lato della raccolta del risparmio, l’aumento nel 2013 è stato del 3,2%, soprattutto grazie all’incremento dei depositi delle famiglie (che rappresentano più del 90% del volume dei depositi) ma anche ad un tasso analogo, di quella delle imprese. Da segnalare il rapido incremento delle posizioni in sofferenza che raggiungono il 14,2% del totale impieghi finanziari, con una punta che sfiora il 21% nel comparto della clientela imprenditoriale, aggravando notevolmente una situazione già critica, e spiegando la ragione della stretta creditizia particolarmente severa sul settore imprenditoriale.

Penalizzante per le imprese irpine è anche il costo del denaro che devono sostenere per il credito ottenuto dal sistema creditizio: prendendo a riferimento il tasso di interesse per rischi a revoca, le imprese irpine sostengono un tasso d’interesse medio sui finanziamenti pari al 9,5% rispetto ad una media nazionale pari al1’8% con un differenziale di ben 1,5 punti in più.

Alla luce di un tale quadro economico – afferma Capone – sono diverse le azioni e significative le risorse stanziate dalla Camera di Commercio nel 2014 per invertire la tendenza negativa dell’ultimo periodo e favorire una ripresa dell’economia locale ed un rilancio dell’occupazione. Basti citare gli otto milioni di euro destinati per favorire l’accesso al credito e ridurne il costo (microcredito, bandi per l’abbattimento tasso d’intetesse e fondo d garanzia, internazionalizzazione), per i tirocini formativi, l’occupazione e la nascita di start-up, per i servizi digitali ed il risparmio energetico, per vitalizzare il tmismo in provincia puntando a target coerenti con le risorse del territorio.

“Bisogna essere al fianco di chi con fiducia intende ancora scommettere sul proprio tururo intraprendendo la via dell’impresa, migliorando i servizi e rafforzando le reti istituzionali che sostengono questa fiducia. Questo è l’impegno che la Camera di Commercio intende portare avanti con ancora maggiore determinazione per contribuire allo sviluppo ed al benessere del nostro paese” ha così concluso il Presidente dell’Ente camerale.

Sulla leva della tinanza e del credito per il sostegno delle attività produttive ed il rilancio della nostra economia sono intervenuti due esponenti del mondo delle banche che operano al sud: Michele Gravina – Responsabile area sud della Banca Popolare Etica – che si è soffermato sul ruolo della finanza etica per lo sviluppo dell’economia e Andrea Nuzzi – Responsabile finanza d’impresa della Banca Popolare di Bari che ha presentato lo strumento dei mini bond nell’ambito dei servizi finanziari innovativi che il sistema creditizio propone per supportare le imprese nei percorsi di crescita.

 Rapporto Irpinia 2014.

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