Isochimica, ex operai senza prepensionamento chiedono incontro in Parlamento ed a Ciampi.

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Non è ancora finita. Nonostante gli interventi legislativi, tardivi, degli ultimi anni non tutti gli ex operai Isochimica sono riusciti a lasciare anticipatamente il mondo del lavoro per potersi dedicare alla cura della loro compromessa salute fisica. Una quarantina gli ex lavoratori che, pur avendo avuto il riconoscimento della malattia professionale per aver inalato amianto negli anni ’80 all’interno dei capannoni di Borgo Ferrovia, non hanno avuto accesso al beneficio. Motivo per cui questa mattina, dall’assemblea dei lavoratori riuniti al centro sociale ‘Samantha della Porta’, parte un nuovo appello alla rinnovata deputazione irpina. E’ ai parlamentari del Movimento cinque stelle che gli ex operai chiedono di modificare leggi già esistenti, per permettere a tutti l’accesso alla quiescenza.

Ad illustrare nel dettaglio la questione, Antonio Olivieri nella doppia veste di ex dipendente della Isochimica spa e di sindacalista Cisl: «stando ai dati Inail di quest’anno, ci sono circa 40 colleghi le cui domande di prepensionamento sono state rigettate. Si tratta in particolare di chi, dopo il lavoro in fabbrica, è stato inquadrato come lavoratore socialmente utile e di chi è transitato nella pubblica amministrazione. In quest’ultimo caso si tratta di persone che hanno fatto, così come previsto dalla legge, il ricongiungimento contributivo che, però, gli ha fatto perdere l’accesso alla pensione anticipata. In sostanza si tratta di intervenire su normative già esistenti, modificando alcuni commi. Un intervento legislativo che se c’è la volontà politica di portarlo avanti, potrà far chiudere definitivamente la vertenza quantomeno per quei lavoratori già riconosciuti colpiti dall’asbesto inalato sul luogo di lavoro». Una proposta che gli stessi operai hanno già formulato e che chiederanno ai parlamentari irpini di prendere in considerazione nelle sedi opportune.

Un’assemblea in cui inevitabilmente è tornato all’ordine del giorno anche il processo in corso a Napoli. Gli ex operai chiederanno nelle prossime ore un incontro al sindaco Vincenzo Ciampi che, già in campagna elettorale, si era impegnato a far tornare il processo ad Avellino, individuando, di concerto con il Tribunale, una struttura idonea ad ospitare un numero tanto copioso di parti offese, avvocati, magistrati, giudici.

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