Esprimere le emozioni aiuta a combattere meglio l’Hiv, lo studio dei ricercatori del Moscati.

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Lo stato psichico influenza il sistema immunitario. Un’ulteriore conferma della stretta connessione che esiste tra emozioni e salute arriva da uno studio sulla “Fragilità emotiva sui pazienti affetti da Hiv” che porta le firme di Sergio Giglio, Direttore facente funzioni dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino e dei suoi collaboratori Carmen De Gugliemo, Addolorata Masiello, Sebastiano Leone, Valentina Fortunato e Maria Talamo.

Il team di esperti, tra medici e psicologi, ha somministrato a 60 pazienti viro soppressi in cura nel reparto della Città ospedaliera altrettanti questionari attraverso i quali rilevare la capacità nell’esprimere emozioni. «Il risultato emerso – spiega Giglio – è che le difese immunitarie salgono nei soggetti “fragili”, intesi come quelli che riescono a esprimere di più le loro emozioni». In altre parole, reagire in qualche modo, con rabbia, paura o lacrime, alla malattia – nel caso specifico l’Hiv -, fa sì che il corpo si adoperi per contrastare il male. «Viceversa – aggiunge la psicologa De Guglielmo -, i pazienti sieropositivi che si chiudono in se stessi, assumendo un atteggiamento di rassegnazione, presentano un sistema immunitario più debole». Interessante è anche un altro dato emerso dall’indagine: gli omosessuali affetti da Hiv sono risultati quelli più fragili, cioè quelli più capaci di non reprimere sensazioni e stati d’animo.

La ricerca portata a termine dai professionisti dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda “Moscati”, proprio per la sua rilevanza medico-scientifica, sarà presentata nel corso della tre giorni del congresso EACS – European Aids Clinical Society -, che ha preso il via oggi a Milano.

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