No Humans, giovedì 14 all'ex Carcere Borbonico.

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No_Humans_Locandina (1)Il complesso monumentale Ex Carcere Borbonico di Avellino presenta giovedì 14 aprile 2016 NO HUMANS, esposizione a cura di Massimo Sgroi.

La mostra nasce da una riflessione sulla condizione del nostro pianeta che ormai sostituito dal mondo elettronico sembra destinato a trovare nuove forme di adattamento e a sopravvivere nella condizione di No Humans.

Gli artisti si interrogano attraverso linguaggi e media diversi su come l’uomo spostandosi di continuo verso le alterità tecnologiche abbia assunto un atteggiamento distruttivo verso ciò che è memoria ed ambiente naturale.

In questo scenario ci si chiede che fine abbia fatto “l’anima del mondo” di cui parlava Platone e se sia per sempre persa.

Dal testo di Massimo Sgroi: “Nella geometria del mondo platonico il regno astratto delle forme era collegato al mondo quotidiano delle esperienze sensoriali proprio da una entità che Platone chiamava l’anima del mondo. Ora cos’altro è la matematica del cyberspace se non un concetto che collega le nostre esperienze sensoriali, materiali o immateriali che siano, ai principi sui quali è costruito l’universo e che ci permette quella che noi definiamo la comprensione di ciò che ci circonda? Metaforicamente (questo è valido anche nella moderna concezione “naturalinformatica”) le leggi naturali codificano il messaggio i cui destinatari siamo noi stessi e l’emissario di questo messaggio è, per Platone e per molti altri dopo di lui, per finire agli scienziati contemporanei, Einstein per primo, il Demiurgo, appunto il costruttore cosmico. Ma, per rispondere ad una mistica della visione contemporanea, l’esistenza stessa di un messaggio e di un codice che lo rappresenta implica l’esistenza stessa di un Codificatore ( a cui, per forza di cose, l’anima tende).”

La mostra si basa su un modo contemporaneo di concepire la funzione estetica; quello che prevede la compresenza, sulla superficie dell’opera della memoria e della visione immaginifica del terzo millennio. Essa è una visione ibrida, come lo è, del resto, la vita della nuova forma dell’umano. Gli artisti, Emily Allchurch, Guler Ates, Gianluca Capozzi, Chiara Coccorese, Davide Coltro, Anna Utopia Giordano, Tito Huang, Antonello Matarazzo, Suzanne Moxhay e Susy Saulle fanno un lavoro visionario, iper-reale derivato dalla diversa relazione che abbiamo con la natura ed i mondi elettronici.

La mostra è in collaborazione con: Cantine Sertura ( Avellino) Tribal Realities ( Shamanism, Music Production ) Catalogo ISSUE Editions, a cura di Massimo Sgroi. Complesso Monumentale Ex Carcere Borbonico, Avellino

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