I giovani campani i più sfiduciati d'Italia, l'indagine di Osservatorio Generazione Proteo.

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e164b7fb4221f1f49fc1681451fa19c4L’INDAGINE SUI 17-19ENNI DELLA CAMPANIA A CURA DI LINK CAMPUS UNIVERSITY

  • 4,5 è il voto complessivo dei giovani campani a politica e istituzioni (contro il 5,1 nazionale)
  • 2,8 il voto dei ragazzi ai partiti politici, 2,9 al Parlamento e 3,1 al Presidente del Consiglio
  • Il 58,3% di chi vuole aprire un’impresa lo vuole fare all’estero
  • Il 50,3% degli episodi di bullismo avviene a scuola. Tendenza a minimizzare
  • Il futuro nel lavoro fa paura a 3 giovani su 4, il terrorismo al 2,7%
  • Calano i consensi per Facebook, utilizzato con minore frequenza dal 47,3% degli studenti

Un divorzio dalla società, dalle istituzioni e soprattutto dalla politica del Paese, verso cui si sentono creditori. Il ‘selfie generazionale’ dell’Osservatorio Generazione Proteo della Link Campus University (30mila gli studenti italiani 17-19enni coinvolti nell’indagine) trova nelle risposte del campione della Campania (2.700 intervistati) un quadro ancor più drammatico della frattura. Dai risultati del rapporto emerge una rottura del patto fiduciario tra giovani e istituzioni: una sfiducia verso la Res publica, interlocutore latitante che alimenta le principali paure di una gioventù altrimenti coraggiosa, determinata e senza particolari pregiudizi nei confronti del diverso. In tre casi su quattro la futura realizzazione professionale fa infatti paura, molto più di terrorismo, malattia, solitudine e morte che assieme sommano solo il 17%. Preoccupazioni che, per sillogismo, derivano da una società bocciata nelle sue istituzioni, con un ‘voto’ medio complessivo, dato dai giovani che arriva a 4,5 (il record al ribasso tra i giovani del Paese, ben al di sotto del voto medio nazionale, 5,1). I partiti politici (voto: 2,8 in scala da 1 a 10), il Parlamento (2,9) e il presidente del Consiglio (3,1) sono per gli intervistati campani di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta i principali responsabili del disastroso rapporto dei giovani con il Paese. Anche la Chiesa (4,4) non arriva alla sufficienza, mentre Papa Francesco raggiunge l’unica valutazione positiva (6,7) tra i giudizi che bocciano anche l’Unione europea (4,1), le forze dell’Ordine, la scuola (5,3) e la Bce (4,9), oltre a sindacati, presidente della Repubblica (3,7 a entrambi) e Magistratura (4,8). E non è un caso se chi vorrebbe prendere una strada imprenditoriale (23,2%) la costruirebbe all’estero (58,3%) dopo un percorso universitario (58,7%).

Al banco degli imputati anche la scuola, set principale (50,3% dei casi, 8,4% in oratorio) di episodi di bullismo e cyberbullismo: il 47,2% dei ragazzi, ben oltre la media nazionale, ha ricevuto messaggi o ha letto informazioni false sul proprio conto e il 42,1% ha ricevuto foto o video offensivi. Il 29,5% ha inoltre ricevuto offese anonime su Ask.fm. Una piaga da risolvere in primis attraverso l’educazione in famiglia (33,4%) ma anche attraverso le nuove proposte di legge che prevedono, tra l’altro, la penalizzazione del reato (79,4%) e la reclusione in carcere (76,6%). Sorprendentemente, prima ancora dell’orientamento sessuale o religioso, della nazionalità o delle condizioni economiche, è l’aspetto fisico la principale causa di aggressione in casi di bullismo e cyberbullismo: il 32,5% dei 17-19enni dichiara di essere stato vittima di insulti e violenze a causa del proprio aspetto.

Sul fronte dei modelli culturali, i giovani campani di quarta e quinta superiore credono nella famiglia: tradizionale, di fatto o a geometrie variabili, sono il 70,7% quelli che si immaginano tra 20 anni in coppia e con figli, e sono solo il 7,7% quelli che visualizzano un futuro senza prole. Posti di fronte al fenomeno dell’immigrazione, accettano la sfida dell’integrazione culturale come fonte di arricchimento (26,9%) e processo inevitabile (21,4%), senza distogliere lo sguardo dalle problematiche che questa comporta in termini di ospitalità, crescita economica e identità nazionale.

Per il direttore dell’Osservatorio Generazione Proteo e docente della Link Campus University, Nicola Ferrigni: “Il 4° Rapporto di ricerca restituisce l’immagine di una generazione di talentuosi acrobati costretti a esibirsi sul palcoscenico rappresentato da una società feroce che ha smarrito il senso più autentico del concetto di ‘pubblico’, e che si affidano alla loro creatività per costruire il mondo che vorrebbero. Secondo i giovani intervistati – ha concluso il sociologo – la follia che contraddistingue la nostra società investe la sfera della rappresentanza e dell’etica pubblica, cui occorre contrapporre una giusta dose di coraggio, che i giovani di oggi posseggono in misura decisamente maggiore rispetto alle precedenti generazioni”. #Proteobrains2016 (osservatorioproteo.unilink.it) è stato presentato presso il Casale San Pio V, nuova sede dell’Ateneo e prossimo campus internazionale nel cuore di Roma.

OBIETTIVO AUTOREALIZZAZIONE: ADDIO POSTO FISSO PER LA SCOMMESSA DEL SÉ. BATTUTA D’ARRESTO PER IL RE DEI SOCIAL FACEBOOK

Autorealizzazione (29%), disoccupazione (24%), retribuzione insufficiente (15,4%) e un impiego non coerente con il percorso di studi (7,5%): riguardano il lavoro le più grandi paure dei 17-19enni della Campania, preoccupati per il futuro economico più che per la malattia (6%), la solitudine (4,4%), la morte (3,9%) e il terrorismo (2,7%). Orientati verso la libera professione (32,5%) e l’imprenditoria (23,2%), gli studenti di oggi, in sintonia con i propri genitori, decretano il tramonto definitivo del mito del posto fisso dipendente, e chiedono all’università di farsi da tramite verso un mondo del lavoro che trova oltre i confini italiani il terreno più fertile per l’intraprendenza. Il 58,3% dei ragazzi realizzerebbe infatti la propria attività imprenditoriale all’estero, anche se solo l’8,1% mette in cantiere un’esperienza di studio o lavoro fuori dall’Italia subito dopo il diploma. Poco informati su temi di attualità e bioetica, da “La Buona Scuola” (i cui provvedimenti sono ignorati da 1 studente su 4) alle staminali e all’eutanasia (sconosciute da rispettivamente il 7,6% e l’8,4%), questa generazione di acrobati in equilibrio tra forze opposte e diverse è a favore del trapianto di organi (89,7%) e contemporaneamente sostiene l’ergastolo (82,3%) e nel 42,6% dei casi, la pena di morte. Dato, quest’ultimo, di 4 punti percentuali sopra la media nazionale. Una sorpresa arriva da Facebook, meno utilizzato dello scorso anno per il 47,3%. A fare da confidenti dei ragazzi sono principalmente gli amici e le mamme, che lasciano il posto ai fidanzati quando si tocca la sfera affettiva e sessuale. Vivono in un silenzio rumoroso gli insegnanti, interpellati in media da meno del 2% degli studenti.

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