Ictus, convegno al Moscati sabato 21, l’importanza di un’adeguata gestione dei processi diagnostici e terapeutici.

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Un incontro per illustrare le ultime evidenze scientifiche sullo stroke cardioembolico, con un focus sulla prevenzione e sulle modalità di trattamento. Si terrà domani, sabato 21 settembre, con inizio alle ore 8,30, nell’aula multimediale dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino (Plesso ospedaliero, primo piano, settore B, sala attigua all’aula magna), un interessante convegno che vede come responsabili scientifici il Direttore del Dipartimento Cardiovascolare, Emilio Di Lorenzo, e il Dirigente medico dell’Unità Operativa di Cardiologia e Utic, Vittorio Ambrosini.

L’evento si aprirà con i saluti del manager dell’Azienda “Moscati”, Renato Pizzuti, del Direttore Sanitario, Rosario Lanzetta, e del Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Avellino, Francesco Sellitto. A entrare nel merito dell’argomento saranno esperti di diverse discipline, dalla cardiologia alla neurologia, alla farmacologia, alla chirurgia. «E’ fondamentale una presa in carico multidisciplinare del paziente con ictus – spiega Ambrosini -. La causa di questa patologia, infatti, è spesso riconducibile a problemi non direttamente cardiaci ma, per esempio, di tipo neurologico. Se si considera che il 25-30% della popolazione mondiale presenta un forame ovale pervio, ovvero un’anomalia cardiaca in cui l’atrio destro comunica con il sinistro, si comprende quale importanza rivesta un’attenta valutazione delle caratteristiche cliniche del paziente e dell’anatomia del forame per guidare nella scelta terapeutica personalizzata».

L’ictus rappresenta la terza causa di morte al mondo, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori, e la prima causa di disabilità: «Su circa 1 milione di persone, in Italia, sopravvissute all’evento acuto – sottolinea Di Lorenzo -, il 30% è costretto a una qualità di vita gravemente compromessa e che incide, anche economicamente, sulle famiglie e sulla comunità. Un’adeguata gestione dei processi diagnostici e terapeutici può risultare fondamentale per ridurre i rischi nell’immediato e nel futuro».

 

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