La pittura di Annamaria Taddeo

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Dinanzi alle composizioni pittoriche di Annamaria Taddeo, dove la natura splende e illumina lo sguardo, nell’intreccio fantastico di soggetti pieni di vitalità che occhieggiano sulla punta di un ramo, nel vibrare di una foglia o nello sfolgorio di un petalo, in unarabesco di audaci colori, emerge il pathos dell’inesprimibile e, tra flussi floreali e lo squittire acuto e sottile di meravigliosi uccelli si resta incantati.

Di fronte a tanta bellezza, in uno sfolgorio di note che zampillano nel ritmo di sfumature che si accendono e si placano nel colore, Il flusso vorticoso della vita sembra fermarsi e una sensazione di pace infinita si stempera nell’animo, sperimentando nell’intimo di noi
stessi il desiderio vivo di lasciarsi trasportare nell’arcano incanto che da essa si sprigiona.

Ah, se la vita fosse sempre in questo tripudio di forme e colori!

Forse l’umano troverebbe quel ristoro che va cercando con la sua debole lanterna, cieco spesso alla bellezza del creato, alla possibilità di abbeverarsi a quell’ acqua viva che sgorga
generosamente intorno a noi e che, più di ogni altro, l’anima dell’artista riesce a cogliere e riportare sulla tela.

E da questo misterioso silenzio che nelle opere della Taddeo si respira, un invito a guardare e penetrare nel multiforme volto della realtà che ci circonda con più clemenza e umiltà: sono queste le prime intime sensazioni che esse hanno lasciato in me e che ancora oggi, nel rimirarle, riprovo.

Nel mio animo, al pari di quel sasso che gettato nello stagno produce cerchi sempre più larghi fino ad estinguersi nella calma di una pacifica convivenza, la serenità del vivere il presente senza alcun turbamento.

Scrive Chiara Lubich che l’artista, sia ateo sia credente è capace di donare nella creatività la realtà più preziosa della sua vita, la propria anima. Ed è per la grandezza di questo dono che, in tutti noi, inconsapevoli e confusi cercatori di verità e bellezza, si rinnova sempre, dinanzi ad un’opera d’arte, la sensazione di una inattesa vibrazione del cuore e della mente.

Dinanzi alla vasta produzione artistica di Annamaria Taddeo ho sentito, infatti, vibrare in me corde che sembravano eclissate, ed ho potuto guardare fuori di me con una purezza adamantina, ritrovata e accolta come una speranza .

Misterioso sempre l’incontro tra l’anima dell’artista e quella di colui che si dispone a fruirne senza alcun pregiudizio, come in un reciproco scambio di doni.

L’insieme di queste opere, nel loro tripudio di onde sonore, di luci e di cinguettii, genera in chi li osserva con apertura del cuore la dilatazione dello spazio finito che ci circonda, aprendolo alla dimensione di un orizzonte infinito, dove per un attimo si intravede
un mondo pacificato senza guerre violenza e senza sangue innocente.

E’ la forza e la potenza dell’arte che ancora una volta sperimento dinanzi a queste tele, nella consapevolezza che quanto Annamaria Taddeo ci ha donato resta per sempre e che solo l’armonia e la bellezza, pur nella tragicità di questo convulso momento storico, può
essere balsamo per la nostra esistenza e auspicio di quella fraternità universale a cui tutti aspiriamo.

RECENSIONE a cura di Pasquale Lubrano Lavadera (Giornalista, scrittore, pittore) Procida 14 dicembre 2024

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