La lezione del caso Lupi: il ricambio della classe dirigenziale nella P.A.

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Maurizio Lupi, oggi le dimissioni?di Gerardo Sano

Il caso Lupi, scoppiato in seguito all’inchiesta della procura della Repubblica di Firenze sulla struttura che sovrintendeva alla realizzazione delle grandi opere in Italia, ha riportato al centro del dibattito politico il tema della formazione e della sostituzione delle classi dirigenti nel nostro paese.

Per troppo tempo si è rincorsa l’idea che bastasse il ringiovanimento o l’alternanza nella sfera della politica o delle istituzioni per determinare il cambiamento e la trasparenza degli atti e negli appalti nella Pubblica amministrazione.

L’inchiesta fiorentina, al di la dei risvolti penali, peraltro molto labili, non è contestato nemmeno il reato di associazione a delinquere. Per un gruppo di persone che da decenni determinerebbero il corso dei lavori pubblici di maggior interesse economico e strategico in Italia vedersi contestare qualche singolo caso di corruzione non è certo un gran guaio.

Il vero problema è che questo gruppo, come potrebbe valere per tanti altri luoghi dell’amministrazione dello Stato e delle Regioni, è sempre stato in grado di condizionare e indirizzare le decisioni della classe politica ed istituzionale di tutti gli schieramenti. Gli scontri di questi giorni sul grado di moralità dei singoli ministri e parlamentari o dei partiti coinvolti nell’ennesimo scandalo non servirà a risolvere il problema della corruzione ne tantomeno ad affrontare il tema della circolazione delle élite nel nostro paese.

I tentativi di Renzi, di sostituire e contrapporre alla dirigenza pubblica al servizio di Palazzo Chigi varie task force servirebbero solo al consolidamento del suo personale potere ma non sarebbe garanzia di efficienza, trasparenza e correttezza di gestione.

Il vero ed unico modo capace di sradicare il malaffare è semplificare i procedimenti amministrativi favorendo allo stesso tempo un processo costruzione e formazione di classi dirigenti, anche attraverso l’utilizzo di scuole di alta formazione per garantire il necessario ricambio nella dirigenza pubblica.

Le sostituzioni e le rotazioni saranno possibili quando si avranno a disposizione un alto numero di dirigenti preparati e motivati, altrimenti gli amministratori, bravi o meno bravi, onesti o disonesti, saranno costretti ad utilizzare sempre le stesse risorse umane.

Gerardo Sano

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