Madama quatte Solde, dal 28 al 30 aprile al teatro Sardone di Altavilla Irpina.

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La Compagnia Qui rido io…, aderente alla Federazione italiana Teatro Amatori, porta in scena ad Altavilla Irpina il 28 – 29 -30 Aprile, alle ore 20,30, al Teatro Alfredo Sardone sito in Piazza Santa Barba, la Commedia di Gaetano Di Maio, “Madama quatte Solde”.

La compagnia parteciperà con questo lavoro alla rassegna regionale itinerante “Campania Felix” istituita dalla FITA Campania concorrendo per Miglior Allestimento Scenografico, Miglior Attore NON Protagonista, Miglior Attrice NON Protagonista, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista, Miglior Regia MIGLIOR SPETTACOLO, e al premio speciale “Gaetano Di Maio” istituito in occasione dei 90 anni dalla nascita del commediografo e poeta italiano nato a Napoli il 18 agosto 1927.

“Madama quatte solde”, è una commedia scritta negli anni ’70 da Gaetano Di Maio,la sorella Olimpia e Nino Masiello portata in scena dalla Compagnia Teatrale Qui rido io… sviluppa la sua trama raccontando spaccati di vita quotidiana, e spesso nella rappresentazione teatrale portati alla esagerazione, ma per nulla inverosimili se si tiene conto che spesso la realtà riesce a superare anche la fantasia. Una storia che potrebbe appartenere a chiunque ha fatto una vita grama e poi viene aiutata dalla fortuna, come quella che la commedia ha come protagonista, e cioè il desiderio di una donna proveniente da un quartiere povero di Napoli di elevarsi socialmente e culturalmente, dopo essersi arricchita economicamente.

La protagonista di “Madama Quatte Solde”, è Emilia Balestrieri, una donna di umili origini che ha avuto una vita abbastanza sfortunata e piena di sacrifici, iniziata nel momento in cui si sposa incontra un uomo sposato che poi fa perdere le sue tracce, ma lasciandole due figli, Sisina e Michele.
Dopo anni di vita magra, arriva la “fortuna”, e diventa per lei il momento del riscatto, e così Emilia, per difendere l’onore della sua famiglia, decide di cambiare vita e se ne inventa una con un passato molto diverso dal suo, e per lasciarsi dietro quel passato ingombrante, decide nel contempo anche di trasferirsi in un’altra zona della Città, ritenuta, ovviamente, una delle più aristocratiche di Napoli.
Ma nonostante le buone intenzioni, Emilia ha scarso successo, atteso che ha più familiarità con le “scelle di baccalà” a cui deve tutta la sua fortuna, piuttosto che leggere i canti della “Divina Commedia” e a frequentare la “buona società”, per apprendere le regole del bon-ton, di qui gli intrecci della” fortuna-sfortuna con una famiglia di nobili decaduti e senza una lira, che per risollevarsi, cerca di combinare un matrimonio tra i rispettivi figli. La storia non esclude mirabolanti colpi di scena che si susseguono e rendono la Commedia sempre più accattivante, soprattutto quando si presentano sulla scena i due padri, quello vero e quello presunto. Un tourbillion di emozioni che aggiunto ai dialoghi della commedia, che nonostante sono in dialetto stretto napoletano e in un italiano “napoletanizzato”, non sfocia mai nel volgare, strappano risate e divertimento dall’inizio alla fine.

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