Massimo Rao, il realismo magico della sua pittura.

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Perdersi davanti alle opere di Massimo Rao è come attraversare un mondo surreale dove ogni sogno è un’emozione che colora l’anima.

Questo succede durante la visita alla Pinacoteca Comunale allestita due anni fa nella città natale dell’artista, San Salvatore Telesino (BN).

Sono circa 65 opere, tra cui disegni, acquerelli, incisioni, oli, generosamente concessi in comodato d’uso da parte di amici, rispettando il volere di Klaus Romen compagno di vita e di lavoro di Massimo Rao.

Esposta in quattro sale della pinacoteca, la raccolta racchiude una piccola parte della produzione artistica, che va dalla seconda metà degli anni Settanta fino alla prima metà degli anni Novanta del Novecento. Scomparso prematuramente a soli 46 anni, Massimo Rao è stato un pittore figurativo che ha saputo con grande sensibilità mescolare non solo sulla tavolozza, ma soprattutto nella sua anima, gli stili e i linguaggi pittorici diversi. Vittorio Sgarbi ha scritto di lui : “Rao è rinascimentale, barocco, neoclassico e romantico, indifferentemente e sempre con talento”.

Artista solitario. Si racchiudeva in luoghi dove il silenzio e la quiete erano i padroni del suo tempo, lontano dalla città e dalla vita frenetica. Rao visse per un lungo periodo a San Vincenzo, in Umbria, in un casolare in pietra, tra le rose e le piante che amava coltivare. Non frequentava ambienti artistici di tendenza, nessuna moda, lui era la sua essenza e gli bastava circondarsi solo di cose belle per entrare in stretto contatto col suo mondo interiore. Frequentava molto i musei e rimaneva incantato dai grandi artisti e ne subiva sicuramente il loro fascino: un’influenza che istaurava col suo IO, una partenza visionaria per dare spunto a figure mistiche racchiuse in uno spazio atemporale.

Ma ciò non toglie che Rao è stato un personaggio eclettico, a trecentosessanta gradi, ubriaco della vita.

Le sue figure seducono. I suoi personaggi sono e non sono. Incarnano il tempo. Uomini asessuali. Senza età. Sguardi silenziosi che bucano l’anima. Creature nate dalla sue mani che accompagnano il viaggio terreno in una realtà onirica.

Ama la Luna. Protagonista indiscussa delle sue opere. Simbolo della divinità femminile e cosmica. La Madre del Cosmo. L’Universo racchiuso in un simbolo enigmatico.

Massimo Rao è il pittore della Luna.

La sua indole di uomo e di artista si esaltava attraverso il disegno. L’urgenza di disegnare, avere il contatto fisico con il supporto materiale per svelare quello che il suo spirito gli dettava, velocità di esprimere e poi ricercatezza quasi maniacale della perfezione del segno.

E’ questo ha contraddistinto il suo linguaggio pittorico.

Non è facile avvicinarsi alla pittura di Rao, bisogna spogliarsi dalle proprie convinzioni mettendo l’anima nuda davanti alle sue opere, per capire che la vita è solo un viaggio silenzioso e di incontri fuggevoli.

Forse è anche altro? Solo attraverso il percorso presso la Pinacoteca, si possono captare le sfumature di questo grande artista del XX secolo che ha saputo donare a tutti noi una piccola parte di sé.

La Pinacoteca Massimo Rao può essere visitata tutti i giorni su prenotazione tel. ++39 0824.948820 / cell. 330.911640, mentre la II e IV domenica di ogni mese l’apertura è dalle 15.00 alle 20.00 per informazioni info@massimorao.it–www.massimorao.it

Ingresso gratuito.

Esterina Pacelli

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