Il Parco Regionale del Partenio.

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da IrpiniaTurismo.it

Il verde continuo dei boschi su ogni altopiano, gli splendidi panorami che si godono dalle vette di Montevergine, del Vallatrone, di Toppola grande e Ciesco Alto sul Golfo di Napoli, sulla città di Avellino, sulla Pianura Nolana, incantano il turista che visita il Partenio. Conoscere il Partenio significa rivivere le emozioni di una storia millenaria in simbiosi con la Natura L’area Parco è caratterizzata da numerosi sentieri, che partendo dai centri urbani, si sviluppano tra i boschi di castagno e faggio e conducono a luoghi dalla valenza naturalistica rilevante.

La Storia
Il Partenio venne alla luce 3-4 Milioni di anni fa, tra il Pliocene ed il Quaternario. I primi colonizzatori dei Monti del Partenio sembrano essere stati popoli appartenenti alla Civiltà Appenninica.
Nel territorio del Parco si consuma uno dei più famosi episodi storici: la sconfitta dei Romani ad opera dei Sanniti e l’episodio delle Forche Caudine, quando i primi furono umiliati e costretti a passare sotto il giogo delle lance sannite.
Nei vari Comuni del Parco del Partenio sono state scoperte diverse testimonianze della Civiltà Sannita. Altrettanto numerose sono le testimonianze, ancora esistenti, come l’anfiteatro di Avella, del periodo Romano.
Il gruppo montuoso viene riportato nelle documentazioni alto medievali come possedimento del demanio palatino del principe beneventano Arechi II e la sua storia è intimamente legata dalla rete di comunicazione viaria. Inizialmente esso era soltanto lambito dall’antica via Appia che attraversava l’antico insediamento di Caudium per proseguire per Benevento, in seguito fu attraversato da importanti percorsi viari, come la Via Campana che, con i suoi due tronchi, si portava sia in Irpinia che in Valle Caudina. L’attuale Parco del Partenio vede, nell’Alto Medioevo, la formazione di piccoli insediamenti di valle, legati alle vicende delle varie fondazioni religiose. Le maggiori modificazioni si hanno nel periodo normanno, quando gli insediamenti abitati vengono trasformati in zone fortificate con il sorgere di diversi castelli.
Negli anni dal 1120 al 1124 San Gugliemo da Vercelli, venuto sul Partenio, fondò la prima Chiesa di Montevergine ed il suo ordine. Nel 1500 Il Partenio è stata anche patria adottiva della famiglia Carafa alla quale apparteneva Gian Piero, divenuto Papa con il nome di Paolo IV. Questo Pontefice passò alla storia quale grande Riformatore attraverso il principio di castità, ubbidienza e povertà. Fu Paolo IV ad operare , nel concistorio del 27 gennaio 1559, la famosa “cacciata dei nipoti”.
Il 1600 è l’anno di un forte calo demografico nei paesi del Parco, dovuto alle forti pestilenze. Questa tendenza si attenua ed inverte nel 1700, quando si verifica quel ritorno alle campagne che nel 1800, insieme alla sdemanializzazione dei terreni, consentirà un sensibile sviluppo dell’agricoltura.
Il XVI secolo vede i paesi ed i monti del Parco scenario di uno dei più famosi fenomeni della storia del Mezzogiorno, quello del Brigantaggio. La ricchezza di boschi, di cavità naturali, di zone impervie, questo territorio offrì un sicuro rifugio a quanti si davano alla macchia. Il fremito dell’Unità d’Italia vede il Partenio come territorio protagonista. Molti patrioti parteciparono ai diversi moti rivoluzionari, tanto che Ferdinando II trasforma la sede della Regia udienza di Montefusco in Carcere talmente duro da guadagnarsi il nominativo di “Spielberg dell’Irpinia”

 

La Geomorfologia
I Monti del Partenio fanno parte del versante Campano dell’Appennino Meridionale e si estendono lungo un monoclinale che da San Felice a Cancello si prolunga fino a Mercogliano. L’area del Parco Partenio si trova nell’unità idrogeologica dei Monti D’Avella-Montevergine- Pizzo di Alvano, compresa tra la Valle Caudina e di Maddaloni a Nord, la Piana di Nola e Salerno ad Ovest, la Valle del Torrente Solofrana a Sud. Ad Est l’area, per un versante, è compresa tra la Valle del Fiume Sabato e, per l’altro, si affaccia sull’Alta Irpinia.
La struttura fondamentale del territorio è, infatti, la roccia calcarea che, però, non ha influenzato, se non minimamente, la composizione del suolo, che rimane formata da materiale piroclastico. E’ proprio la diversa morfologia che ha consentito, negli anni lo sviluppo di boschi, la presenza di una flora e fauna diversificate, di terreni fertili e di paesaggi suggestivi.
Il Partenio è diversamente interessato anche da fenomeni carsici e fossiliferi. Dove il suolo è formato da roccia calcarea, l’erosione delle acque, nei secoli, ha prodotto strutture del tutto suggestive. Famose sono le Grotte di Camerelle, degli Sportiglioni, di San Michele Arcangelo sul lato sud del Partenio, e La Grotta di Mattiuccio e Grotta Candida sul lato nord. Il Torrente Caudino ed il Clanio, poi, creano forre e sbalzi d’acqua come le Cascatelle e la cascata di Acquapendente.

 

La Natura
Il Partenio è caratterizzato dalla pressochè totale copertura boschiva: un mantello ininterrotto, costituito da castagneti, e faggeti ricopre tutte le aree montane, ed è ancora alta la biodiversità faunistica. Quest’area è una vera e propria isola biogeografica, un prezioso polmone di verde e di natura, per il benessere e la gioia dei numerosi abitanti di tutta la regione.

 

La Flora
I monti del Partenio sono caratterizzati da un clima mite perché vicini al Golfo di Napoli; le numerose eruzioni del Vesuvio, inoltre, hanno reso fertile la roccia calcarea arricchendo il suolo con ceneri e lapilli.
Oggi prosperano sul Partenio circa 1140 specie vegetali.
I monti sono in genere ricoperti da vasti faggeti, sia cedui che ad alto fusto, molti dei quali ancora ben conservati. I monaci benedettini di Montevergine da secoli preparano un pregiatissimo liquore macerando in alcool piante medicamentose endemiche tra le quali la rara Anthemis che dà il nome al liquore. Al di sotto delle faggete si trovano boschi di roverella, leccio, orniello, acero napoletano e càrpino, punteggiati da arbusti di alaterno, fillirea, pungitopo, asparago selvatico e iperico. Le colline incolte a bassa quota sono ricoperte da una lussureggiante macchia mediterranea costituita da erica, mirto, cisto, corbezzolo, euforbia e numerose specie di arbusti adattati ad ambienti caldi e secchi. Le aree scoperte sono occupate per la maggior parte da brometi, cioè da praterie caratterizzate dai forasacchi.
I versanti che sovrastano i centri abitati, sino agli 800 metri sul livello del mare, sono ricoperti da estesi castagneti da frutto: gli alberi secolari regalano castagne saporite che vengono trasformate dai laboriosi artigiani del Partenio nelle famose “castagne del prete”.

 

La Fauna
Antiche popolazioni preistoriche si sono insediate alle pendici del Partenio perché attratte dalla ricchezza della selvaggina. Attualmente sul Partenio vivono una trentina di specie di mammiferi, per lo più di piccola taglia.
Il Lupo è ancora presente con alcuni esemplari che attraversano in inverno il massiccio. La Volpe è facilmente osservabile, soprattutto di notte o di mattina presto, anche nei centri abitati; anche la Donnola, la Faina e il Tasso sono abbastanza comuni. Nelle cavità naturali come ad esempio la Grotta degli Portiglioni, trovano rifugio una decina di specie di pipistrelli.
Nel Parco del Partenio vivono circa 110 specie di Uccelli, di cui circa 70 nidificanti. L’uccello più elusivo del Parco è lo Sparviero, mentre la Poiana si osserva spesso sui pianori carsici di altura e sui versanti montani. Tra i rapaci notturni, l’Allocco ed il Gufo comune vivono nelle faggete, mentre il Barbagianni, la Civetta e l’Assiolo cacciano piccoli roditori nelle campagne vicine ai centri abitati. Un altro uccello caratteristico del Parco è l’Upupa, che solleva la caratteristica cresta di penne sulla testa nei momenti di allarme o eccitazione.

 

Come Arrivare
Il Parco Regionale del Partenio presenta favorevoli condizioni di accessibilità rispetto a tutti i capoluoghi di provincia. Il territorio è infatti servito da molteplici vie di comunicazione regionali, dai tracciati autostradali (Caserta-Salerno e Napoli-Bari), dalla via Appia (SS 7) a nord e dalla statale 7 bis a sud. Fonte: http://www.parcopartenio.it

 

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