Referendum Costituzionale, si vota il 4 dicembre.

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1474611067-quesito-referendumLa data del voto per il referendum costituzionale è il 4 dicembre. Lo ha comunicato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ai ministri riuniti per il Cdm a Palazzo Chigi. Renzi aprirà la campagna per il Sì al Referendum il prossimo 29 settembre a Firenze. Il capoluogo toscano rappresenta la prima di numerose tappe in vista del voto del 4 dicembre.

Continuano a protestare Forza Italia e Sinistra italiana, per il fatto di non essere stati ‘consultati’ sulla scelta della data. Una sensibilità così alta sulla domenica del voto, deriva dal fatto che tanto i sostenitori del Sì quanto i fautori del No reputano il voto sulla riforma della Costituzione uno snodo determinante. “Ancor più della manovra, il nostro appuntamento cruciale è il referendum” perché l’Italia ha bisogno “di una governance forte”, afferma il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. “E’ molto importante”, rimarca, dal G7 dei Trasporti in Giappone, il ministro Graziano Delrio, che però invita a tenere la discussione sul merito: “Non è un referendum sul governo”. Un punto sul quale non si stanca di insistere anche Renzi, soprattutto da quando ha ‘spersonalizzato’ la consultazione.

Ma ci pensa il Movimento 5 Stelle a ‘personalizzare’ il voto. “Quando abbiamo detto No alle Olimpiadi hanno tremato, ma con il No al referendum vedranno la loro fine”, dice il sindaco di Roma Virginia Raggi, che così galvanizza il pubblico della festa “Italia 5 Stelle” a Palermo. “No a una riforma scritta dalla P2”, tuona Vito Crimi. Mentre a In Mezz’ora Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista rilanciano la loro strategia per il “dopo”: cambiare l’Italicum con una legge elettorale proporzionale, affermarsi come primo partito nelle urne e poi “credere la fiducia in Parlamento sui singoli temi”. Scenari da cui Beppe Grillo per ora si tiene alla larga: “La Costituzione è stata scritta negli anni 50 in un modo semplice, che si potesse capire…”, afferma dal palco sostenendo le ragioni del No. Ma il Pd, con il senatore Claudio Martini, gli fa notare la gaffe: “Capiamo la propaganda ma dispiace che ‘l’Elevato’ M5S ignori la storia: la Costituzione è di qualche anno prima…”.

Per il resto, il dibattito politico è segnato dalle proteste di Renato Brunetta per FI e Arturo Scotto per SI. L’accusa è non aver ‘consultato’ le opposizioni sulla data. Renzi è “uno spudorato imbroglione”, attacca Brunetta. “Ha scarsissima sensibilità istituzionale”, si duole Scotto. E l’ex Dem Alfredo D’Attorre afferma che sarebbe “scandaloso” fissare la consultazione a dicembre. Non è del tutto escluso che domani il premier senta i partiti di maggioranza e opposizione o i comitati referendari, prima di decidere.

Il testo del quesito del referendum costituzionale è di stile molto diverso dalle burocratiche schede del passato. Questa scelta, conseguente alle disposizioni di legge del ’70, se da una parte promuove la necessità di chiarezza, dall’altra ha già acceso la polemica politica.

IL TESTO. Nella scheda elettorale per il referendum che potrebbe confermare o respingere la riforma costituzionale approvata dal Parlamento, comparirà questo quesito: “Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente ‘Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.

COME SI VOTA. Alla fine del quesito ci sono due caselle, una con il ‘Sì’ e una con il ‘No’. Basta barrare con una ‘x’ la propria scelta. Non c’è quorum e vince dunque la scelta indicata dalla maggioranza di chi va a votare.

LA LEGGE DEL 1970. A stabilire come si formula il testo del quesito referendario è la legge 352 del 1970 su “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo”. All’articolo 16 stabilisce infatti che il quesito da sottoporre a referendum “consiste nella formula seguente: ‘Approvate il testo della legge di revisione dell’articolo… (o degli articoli …) della Costituzione, concernente … (o concernenti …), approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero … del … ?’; ovvero: ‘Approvate il testo della legge costituzionale …concernente … approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero … del … ?'”.

L’OK DELLA CASSAZIONE. L’ordinanza con la quale l’Ufficio centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione ha dichiarato conforme alla legge il testo del quesito referendario è dell’8 agosto scorso.

LA POLEMICA POLITICA. Se nella formulazione scelta per questo Referendum c’è un addio al ‘burocratese’, che ha caratterizzato molte volte le schede referendarie del passato, per i Comitati del No il quesito è una sintesi delle ragioni del Sì. E il Codacons ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio. Ma il premier Matteo Renzi nei giorni scorsi ha già sottolineato che è “la legge che prevede di mettere così il quesito e la Corte di Cassazione”. (ANSA)

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