Sanità, Cgil: quadro desolante.

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Sono la Segretaria Generale della Fp Cgil, Licia Morsa, e il Segretario Provinciale, Pietro de Ciuceis, ad intervenire attraverso una nota congiunta. “Dopo quasi due anni vorremmo tornare a parlare di sanità, lasciando a qualcun altro il compito di fornire i soliti numeri riguardanti una pandemia che continua a vivere uno stato emergenziale”.

Nella nostra provincia, oggi, la sanità mostra ancora meglio il disallineamento rispetto alla necessità di un servizio pubblico ed efficace. Qualche esempio? Potremmo partire dalla questione relativa agli appalti e al reclutamento del personale. Ebbene, come sappiamo, la Regione è sottoposta alla lente del piano di rientro che sta vivendo la sua fase finale. Da dieci anni, tuttavia, il resto d’Italia ci fa le pulci su come venga speso l’inadeguato finanziamento sanitario. In particolare, sono state imposte delle razionalizzazioni che sono diventate tagli lineari, perché la linea retta è tipica di certi tecnici e politici che invece di sforzarsi e rischiare, hanno scelto di limitarsi a lavorare poco e fare cose elementari. Tale linearità, ha determinato che ad oggi noi abbiamo problemi seri, non sui vaccini, madre di tutte le battaglie mediatiche, ma su questioni che interessano i lavoratori in particolare e i cittadini più in generale”.

Vorremmo discutere di cooperative in sanità, del servizio 118, del centro alzheimer, del centro per l’autismo, della Rems, dei servizi psichiatrici territoriali, delle Rsa e della disabilità, di Hospice e Adi, di medicina penitenziaria, di sicurezza ambientale, di servizi socio sanitari integrati come ad es. le case famiglia per pazienti psichiatrici. Vorremmo parlare di servizi ospedalieri a finalità territoriale o di rilievo nazionale”.

Sarebbe bello se, una volta tanto, tirassimo fuori i numeri di cosa è successo o sta per succedere a chi ha smesso di essere un essere umano che ha bisogno di assistenza socio sanitaria ed è diventato un costo, fruitore di 72 milioni di euro di recupero per le liste di attesa (ricordiamo somme simili restituite dalla Asl alla Regione anni fa…). Ci chiediamo come mai Asl e Moscati non abbiano attivato, nonostante richiesto più volte, l’organismo paritetico per l’innovazione previsto dal contratto, che mette a fuoco innovazione organizzativa e meritocrazia in azienda. Magari avremmo avuto meno straordinario programmato, meno prestazioni aggiuntive a comando, ma anche meno interventi delle “aziende” sui flussi organizzativi e di personale, perché magari avremmo potuto dotarci di qualche dipendente pubblico in più, visto che in particolare la Asl ne ha la facoltà, anche di ridurre qualche appalto esterno di troppo o renderlo migliore”.

Infine, ci chiediamo come mai, nonostante le nostre sollecitazioni, in provincia di Avellino non vi siano bandi di concorso per O.S.S.? Perchè i concorsi fatti si sono svolti soltanto a Napoli? Perché la sanità pubblica è stata scientificamente resa inadeguata ai nostri bisogni? Non possiamo esimerci dal commentare sull’ormai imbarazzante mistero del direttore sanitario del presidio ospedaliero di Ariano Irpino.

Con delibera n. 1557 del 17 settembre 2021, la direzione strategica smentisce se stessa e, a seguito collocazione in aspettativa del direttore sanitario titolare, rimette a bando il ruolo vacante rinnegando i provvedimenti di quest’estate con i quali ha ritenuto conferire l’incarico ad interim ad un dirigente medico. Si troverà il bandolo della matassa su questo delicato incarico? Queste sono tutte domande che meritano risposta e che continueremo a porre per difendere i diritti delle persone provando a coinvolgere i diretti interessati, cioè i cittadini”.

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