Scuola Bene Comune. Cinquant’anni tra i banchi, presentato il libro di Luciano Arciuolo a Grottaminarda.

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Un volume che mostra la grande umanità del “Dirigente”, ancorato alla scuola di un tempo ma che vive con impegno il presente, proiettato nella scuola del futuro. Questa l’essenza del libro “Scuola Bene Comune. Cinquant’anni tra i banchi” di Luciano Arciuolo, edito da Mephite, presentato a Grottaminarda nella Sala Consiliare “Sandro Pertini”. Un’occasione anche di confronto su come è cambiata la scuola, sulle criticità. Un libro interessante per gli addetti ai lavori, quindi docenti e dirigenti, ma consigliato anche a quella fetta di genitori iperprotettivi che invece di collaborare con la scuola vi rema contro.

Ad introdurre con il suo saluto istituzionale il Sindaco, Angelo Cobino: “Un omaggio al mondo della scuola irpina il volume che il Dirigente Arciuolo ha voluto rappresentare attraverso la sua esperienza vissuta nella scuola, per oltre 50 anni, a testimonianza di quello che dovrebbe essere, e non sempre lo è, il dialogo educativo. Una forma di interazione forte tra lo studente che apprende, il docente che insegna e la disciplina di studio che è sempre fatta in maniera trasversale. Arciuolo ha messo l’accento sull’importanza che bisogna dare alla centralità dell’alunno, intorno al quale devono ruotare gli insegnanti. Si tratta in realtà della personalizzazione dell’insegnamento-apprendimento che resta sempre valida”.

Presente all’incontro il Dirigente Scolastico e Delegato alla Cultura della Provincia di Avellino, Franco Di Cecilia, secondo il quale il volume di Arciuolo rappresenta “una riflessione sulla scuola, fatta da un uomo di scuola che ha vissuto la scuola in tutti i ruoli, dallo studente al dirigente scolastico, un uomo di cultura, un uomo di talento, un punto di riferimento per tutta la categoria, un profondo conoscitore della scuola che ha voluto elevare, per questa istituzione piuttosto bistrattata, una parola di speranza. Nella scuola lui crede, ci fa credere e ce la fa amare perchè la scuola è un ascensore sociale di straordinaria importanza.”

“Lo sguardo ai valori, all’umanità, senza avere paura delle riforme, di cambiare e di innovarsi. Questa è la scuola del Preside Arciuolo – ha aggiunto l’Assessore alla Cultura del Comune di Bagnoli, Maria Varricchio – la scuola che io condivido nei valori, nella comunicazione, nell’inclusione ma anche nel merito. Inclusione e merito sono le parole chiave per consentire alla scuola italiana di andare avanti, di guardare con fiducia i traguardi e le sfide che l’aspettano, che ci aspettano come docenti e come cittadini.”

“Un libro pieno di valori, in cui traspira la personalità del Preside Arciuolo – ha spiegato nel corso della sua analisi la Docente Annamaria Prudente – la sua sensibilità, la sua empatia, il rapporto che è riuscito a costruire con i suoi alunni basato sul rispetto reciproco. Soltanto in questo modo l’insegnante può conquistare la stima dei propri alunni, ma non solo, in questo libro si parla anche di riforme, di tutte le criticità che il sistema scolastico italiano sta vivendo, infatti, alla fine, l’autore propone una serie di articoli di legge, quale provocazione per dare un segnale rispetto alla necessità che la scuola debba avere regole ben precise perchè ha una missione da compiere che è quella di educare e formare le generazioni future e dunque va ad incidere sulla società”.

“Questo libello – ha poi affermato Gianni Marino, Presidente Officina culturale “La casa di Giuseppe Casciaro” – è una grande lezione di umanità per chi vuole capire il tempo presente. Benedetto Croce diceva che ogni libro racconta sempre la storia contemporanea”.

Infine le conclusione dell’autore in cui traspare l’umanità citata dai relatori: “Dico sempre che volevo fare il Preside ma mi ritrovo a fare il Dirigente scolastico. Le due cose non sono sinonimi. A me interessa stare vicino ai ragazzi, in mezzo ai ragazzi, mi interessano i loro progressi, ed invece noi siamo, come categoria, sempre più immersi nella burocrazia, nelle scadenze, nelle circolari, nei decreti, dunque, il tempo per dedicarsi alla didattica è sempre meno. E questo per me è un problema enorme. Non a caso – ha ammesso Luciano Arciuolo – il periodo in cui ho preferito di più la scuola è stato proprio quello in cui ero docente e anche adesso appena posso corro dai ragazzi per qualche ora di lezione”.

Interessanti spunti anche dal pubblico in sala, in particolare da Mario Vitale, già Docente della Scuola Secondaria di Primo Grado Giovanni XXIII il quale, attraverso un significativo aneddoto ha rimarcato l’importanza dell’interazione  tra docenti ed alunni per tenere vivo il dialogo e garantire il successo scolastico.

Al termine del dibattito il Sindaco Cobino, anche a nome dell’A.N.Di.S. ha voluto rendere omaggio alla memoria del compianto Dirigente Scolastico Renato Iannaccone che è stato un protagonista della scuola irpina non solo per l’insegnamento dato come dirigente, ma anche per esser stato per oltre un decennio componente del Consiglio Scolastico Provinciale. “La sua recente scomparsa ha destato commozione – ha affermato Cobino – perchè si erano fortificati i rapporti di amicizia antica. Renato è sempre stato una persona che ha saputo ben curare le relazioni umane, professionali ed ha favorito la crescita della scuola irpina con il suo modo di fare e dunque non potevamo non dedicargli un ricordo”. Rispettato in suo onore un minuto di silenzio, seguito da un applauso.

 

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