Semina progetto di zootecnia nell’Alta Irpinia.

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Al via “Semina”, l’iniziativa dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno legata al progetto Azai, per l’avvio di un processo di trasformazione e valorizzazione delle attività del settore agroalimentare e zootecnico. Coinvolge l’area pilota dell’Alta Irpinia e tramite una serie di eventi di animazione, conferenze, round tables, seminari di divulgazione scientifica e altre iniziative correlate, “punta alla formazione di una rinnovata coscienza tra i produttori della filiera zootecnica e agroalimentare, proponendo loro nuovi modelli di gestione e un know-how all’avanguardia che possa renderli competitivi sul mercato nazionale, donando loro maggiore visibilità e una reale possibilità di avanzamento nel settore”. L’idea è finanziata dalla Misura 16.7.1 Azione A del Psr Campania 2014-2020 per la valorizzazione dei prodotti di identità locale nel settore agro-alimentare e zootecnico dell’Alta Irpinia.

La presentazione in streaming venerdì 12 marzo a partire dalle ore 11.00, alla pagina Facebook “Semina – Innovare per competere in terre d’Alta Irpinia”. Ad intervenire saranno, tra gli altri, Ciriaco De Mita, presidente del progetto pilota Alta Irpinia e sindaco di Nusco; Antonio Limone, direttore generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. Nicola Caputo, assessore all’agricoltura della Regione Campania. E i referenti degli altri partner: Ordine dei medici veterinari della provincia di Avellino, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, comuni dell’Alta Irpinia e aziende del territorio.

Semina è quindi uno dei primi pezzi del progetto pilota a prendere forma. Nella nota di presentazione si legge:Mira a incentivare forme di cooperazione tra pubblico e privato per la promozione, nel futuro prossimo, di circoli virtuosi di produzione, vendita e consumo. La finalità è quella di incoraggiare gli attori di filiera a costruire un network in grado di valorizzare le specificità del territorio e a conseguire unaverticalizzazione delle capacità e delle peculiarità di ciascun produttore. A ciò, si aggiunge l’esigenza di avviare un processo di trasformazione che permetta di coniugare le esigenze di biosicurezza e normative con la salvaguardia dell’identità locale e dell’unicità del prodotto”.

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