Una vecchia foto … una storia irpina, da Avellino a Boston Frank Barone.

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Hanover Street looking from Richmond Street to Prince Street [TP097] Hanover Street looking from Richmond Street to Prince Street, November 11, 1948. (Collection # 5110.002), City of Boston Archives
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Associazione Culturale “AMBASCIATORI DELLA FAME”
Pescara, 30 maggio 2019
Una vecchia foto … una storia irpina
“Frank” Barone affermato farmacista di Boston, era irpino. Nacque ad Avellino nel 1894.
“Frak” (Rosario, Francesco, Carmine e Raffaele) BARONE nacque ad Avellino, il 20 febbraio 1894, da Pasquale (quarantaseienne “orefice”) e Costantina Barbieri (“donna di casa”).  Il padre, Pasquale, decise di tentare il “sogno americano” e, nel 1898, partì per gli Stati Uniti. Lasciando ad Avellino la moglie e ben dieci figli. Tre anni più tardi Pasquale, aveva guadagnato i soldi bastanti, tornò in Italia. Nel 1901 portando con se tutta la famiglia ripartì, definitivamente, per l’America. I Barone giunsero ad “Ellis Island” sul piroscafo “Victoria”. “Frank” studiò prima nella “High School” e poi nel “Massachusetts College of Pharmacy” di Boston. Henry, un fratello maggiore di “Frank”, divenne medico-chirurgo. Nel 1933 “Frank”, aveva fatto ogni sorta di mestiere e di sacrifici, fu in grado di aprire una propria “farmacia”. Scelse, come sede, con la scritta “Barone’s – Farmacia”, una delle principali vie di Boston: la Hanover Street di Boston. Intanto il 26 maggio del 1926 aveva sposato l’italo-americana Mary Nardine. Nella sua farmacia si trovano ogni sorta di farmaci e anche “tutte le medicine importate dall’Italia”. In più “Frank” Barone aveva un distributore di soda e di coca-cola (anche al gusto di vaniglia o alla ciliegia) e poi tante altre bevande popolari vera attrazione per i più giovani. Fu, per lunghi anni, importante componente del direttivo della “Massachusetts Pharmaceutical Association”. Generoso e animato da spirito filantropico non disdegnava di dare gratuitamente i medicinali ai più bisognosi.
Geremia Mancini  – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

 

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