Accesso al credito sempre più difficile per gli artigiani, l'allarme di Confartigianato Campania, ad Avellino la situazione più grave, prestiti ridotti del 7,3%.

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logoconfartigianatocampaniaL’accesso al credito per le imprese artigiane della Campania resta un percorso irto di ostacoli. Lo rivela uno studio dell’Ufficio Ricerche e Studi di Confartigianato Campania su dati della Banca d’Italia e di Artigiancassa, che raffronta il primo semestre del 2015 con lo stesso periodo del 2014.

Il calo dei prestiti all’artigianato prosegue da oltre tre anni. Infatti, si osserva una minore accentuazione del fenomeno rispetto al -5,0% di marzo 2015, ma un peggioramento rispetto al -3,0% di un anno prima. Analizzando la distribuzione regionale dei prestiti all’artigianato, si evidenzia che il Centro-Nord assorbe l’83,5% e al Sud va il restante 10,7% sul totale dei prestiti all’artigianato, di cui in Campania solo il 2,3%. A giugno 2015 il calo dei prestiti all’artigianato su base annua è diffuso a livello territoriale ed in tutte le regioni si osserva una discesa dello stock dei prestiti all’artigianato.

La Campania risulta tra le regioni del Sud Italia con minor concessione di credito erogato alle imprese artigiane, rispetto alle regioni del Centro – Nord.

BANCHE: ABETE, ATTEGGIAMENTI VOLUBILI AGENZIE RATINGIn provincia di Avellino nei primi sei mesi del 2015 sono stati erogati volumi per 106 milioni di euro, con una diminuzione rispetto al primo semestre 2014 del 7,3%; in provincia di Benevento sono stati erogati alle imprese artigiane volumi per 53 milioni con una riduzione del 13%; in provincia di Caserta sono stati erogati volumi per 117 milioni di euro con una riduzione del 7,3%; in provincia di Napoli sono stati erogati volumi per 441 milioni di euro con un calo del 2%; in provincia di Salerno sono stati erogati volumi per 381 milioni di euro con una diminuzione del 2%.

Oltre a rappresentare un traguardo difficile da raggiungere, l’ottenimento di un prestito in Campania è sempre più oneroso. I dati a giugno 2015 sui tassi attivi effettivi sui finanziamenti per cassa a imprese non finanziarie, riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca indicano che un’impresa campana paga mediamente un tasso del 7,39 %.

L’analisi delle cifre evidenzia ampie differenziazioni a livello territoriale, in generale, risulta che il credito per le imprese campane è abbastanza costoso, rispetto al resto d’Italia.

“Questa situazione è paradossale – afferma il presidente di Confartigianato Campania, Ettore Mocella – Il nostro settore, oltre ad essere un fiore all’occhiello delle produzioni di qualità e uno scrigno che conserva le tradizioni del territorio, occupa migliaia di addetti e coinvolge intere famiglie, le quali investono risorse e sopportano enormi sacrifici per portare avanti attività di altissimo pregio. Già tutto ciò costituisce una garanzia. Esistono strumenti di credito alternativi, in altre parole strumenti della cosiddetta ingegneria finanziaria che servono a favorire lo sviluppo socio-economico del territorio: i fondi rotativi, i fondi di garanzia, il PO FESR, fondi della Banca Europea per gli Investimenti ed altri programmi comunitari. C’è da dire però, che questi strumenti di credito alternativo non sostituiscono il credito bancario, ma possono essere solo complementari al classico finanziamento”.

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