Fiordelisi (CGIL Avellino): De Luca parla di ripresa che non c’è.

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“Il Pil in Campania sale del 3,2%? Rispetto a quale periodo? In Italia si stima una crescita dello 0.12% rispetto al 2012, a me non sembra che la nostra Regione sia messa meglio del resto del paese”. E’ la replica del segretario provinciale della Cgil Avellino Franco Fiordellisi alle parole del governatore della Campania Vincenzo De Luca.

L’intervento a margine del direttivo provinciale tenutosi al centro sociale Samantha della Porta. Dall’osservatorio del sindacalista i dati di De Luca non trovano riscontro nei fatti “in Irpinia il trend continua ad essere drammatico. Non abbiamo ricevuto risposte su nulla e laddove la vertenza sembrava avviarsi verso una risoluzione positiva, vedi Industria Italiana Autobus, il finanziatore è sparito. Invitalia aveva garantito l’elargizione delle risorse per la formazione del personale, l’acquisto di nuovi macchinari, ma di quei soldi non si ha traccia”.

Durante l’assemblea si è discusso del bilancio preventivo 2018 della camera territoriale del lavoro che prevede una spesa pari a 575mila euro di cui 440mila euro per stipendi e oneri collegati. L’occasione è stata utile anche per fare un resoconto delle vertenze sindacali dell’anno 2017 e per discutere della linea politica del prossimo anno. La Cgil ha perso nell’ultimo anno circa 3000 iscritti, passando dai 18.400 del 2016 ai 15.700 del 2017. I settori più colpiti sono quelli produttivi, metalmeccanico (Fiom), agroindustrale (Flai), operatori conciari (Filctem). “In Irpinia c’è stata una riduzione di residenti di 36mila unità, da 456mila a 420mila. Nell’industria metalmeccanica hanno chiuso 35 opifici storici, così come accaduto per le aziende edili e del distretto conciario. Alla fine del periodo di cassa integrazione o mobilità è normale che non rinnovano la tessera. Ma il nostro è un tesseramento pulito, non nascondiamo nulla, abbiamo 18 sedi su tutto il territorio e i dati li rendiamo pubblici. E’ per questo motivo che vogliamo la legge sulla rappresentanza, così verifichiamo i dati delle altre sigle sindacali che dicono di continuare a crescere”. L’unico dato rilevante in senso positivo è quello degli iscritti alla Funzione Pubblica, vedi casi Aias e Centro Sportivo “restiamo punto di riferimento dei lavori stagionali e precari. Siamo nel tessuto sociale lavorativo non classico, nella miriade di attività lavorative spurie o di lavoro mal pagato”.

In vista dell’assemblea Alto Calore Servizi in programma il 29 dicembre in cui si dovrebbe discutere del futuro dell’azienda ritornando a parlare dell’ingresso di privati, il segretario della Cgil sottolinea “il privato non ha la bacchetta magica, non cambia il trend. Strutture come Acea, misto – privato, non stanno meglio. In dieci anni hanno fatto pochissimi investimenti. Questo è il momento peggiore per cambiare dal pubblico al privato”. Il problema per Fiordellisi “sono le persone che hanno ridotto in questo stato l’ Acs per motivi clientelari e politici. Hanno portato al collasso le aziende e adesso sperano che a salvarle sia il privato senza capire che servono investimenti pubblici. Abbiamo bisogno di un piano nazionale per le reti idriche”

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