“Il cacciatore di bolle” mostra personale di Vincenzo Cosenza a Benevento.

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mostra 003Guardando le opere di Vincenzo Cosenza, mi è sembrato di leggere la grande opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”. Un viaggio nell’introspezione del tempo.

Il tempo perduto non deve essere considerato come un tempo passato che non ritorna, ma deve essere inteso come un tempo da ricercare e da scoprire, dove l’essenza pura della vita gioisce nel suo essere ritrovata nella purezza dell’infanzia.

La  mostra personale dell‘artista napoletano Vincenzo Cosenza  in “ Cacciatore di  Bolle”, a cura di Simona Barucco, presso “La casa di Schiele “ in Benevento gestita da due validi artisti Igor Verrilli e Sara Cancellieri, nasce su un progetto ideato e prodotto dalla galleria GiaMaArt studio diretta da Gianfranco Matarazzo.

Cosenza piace, perché mette in risalto attraverso il suo linguaggio pittorico ciò che per lui è la vita: una continua ricerca del sapere. Il sapere come meraviglia, come stimolo ad andare avanti e non fermarsi mai. Ogni punto di arrivo rappresenta un nuovo punto di partenza, il movimento continuo, il moto dell’anima, della coscienza e della conoscenza. Fermarsi è perdere l’attimo di uno stimolo ed è come rinunciare ad una nuova consapevolezza.

Cosenza interpreta il tutto attraverso il volto puro, non ancora contaminato da preconcetti e da paure che violentano quotidianamente le anime degli “adulti”, di quella ingenuità spontanea di andare oltre le apparenze dove la curiosità approda su nuove derive. Il timone appartiene solo e sempre al bambino, ed è il protagonista indiscusso delle sue opere, ma non è  inteso come ritratto figurativo, ma è colui che si nasconde in ognuno di noi. Cosenza riesce a materializzarlo attraverso la sua pittura monocromo, buttandolo sul nuovo supporto di tavola incartata, utilizzando pigmenti in polvere, nastro adesivo, acquerello, acrilici per dar vita ad espressioni sempre diverse. Il bimbo ha occhi penetranti che bucano l’anima, ha facce interrogative per dire: continuiamo? … ho finito e adesso? … voglio sapere …. voglio conoscere … voglio crescere verso la libertà. La morte del vecchio apprendimento fa nascere nell’immediato la curiosità di una nuova esperienza ed è questo fine che genera la crescita del sapere. Proust diceva: “ In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri”. Cosenza applica questo principio al suo linguaggio pittorico, attraverso il Cacciatore di bolle, invita a colui che senza età e senza tempo, ma solo con la purezza dell’anima, ad andare oltre. Lui si immerge in questo viaggio della riscoperta, percorre un nuovo inizio ogni volta che “scoppia una bolla di sapone”, consapevole dell’infinita delicatezza e fragilità di essa, cosciente di quei pochi secondi di consanguineità tra l’evento e il tempo che racchiude l’attimo in cui muore e nasce la conoscenza. L’artista vive il suo istante con la sensibilità di un bimbo, capisce che la vita va vissuta intensamente, da ogni punto di vista, poiché ogni attimo è una pura meraviglia … è il miracolo che si compie.

La mostra personale di Vincenzo Cosenza “Cacciatore di bolle”, inaugurata il 15 marzo resterà aperta fino al 12 aprile presso “La casa di Schiele”  in via San Gaetano, Benevento.

 

Esterina Pacelli

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