Il Novecento in un artista, Carlo Carrà a 50 dalla morte, sabato 26 a Palazzo vescovile, a cura degli Amici del MdAO.

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Gli Amici del MdAO organizzeranno un seminario di studi, per celebrare la figura di uno dei maggiori artisti europei del Novecento “Il Novecento in un artista Carlo Carrà, a 50 dalla morte”.

L’evento culturale celebrerà il cinquantesimo anniversario della scomparsa del grande maestro italiano, di rilevanza mondiale, Carlo Carrà (1881-1966).

Il seminario di studi si terrà nella sala conferenze, al primo piano, del Palazzo Vescovile di Avellino, in Piazza Libertà, al civico19, sabato 26 marzo 2016 alle ore 18,00. Per l’occasione saranno esposte due opere del 1924: Bagnate e Marina.

Saluteranno: Prof.ssa Maria Rosaria Di Rienzo (poetessa), Maestro Francesco Roselli (archeoartista di Calitri), Arch. Ingrid Titomanlio (presidente Club per l’Unesco di Avellino), Don Gerardo Capaldo (Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Avellino).

Il seminario di studi sarà moderato dal Dott. Vincenzo Sbrescia (cultore d’arte e coordinatore provinciale di Fare Ambiente).

Relazioneranno il Dott. Angelo Cutolo (cultore di storia locale) sul tema “Il grande maestro del Novecento europeo”, e il Dott. Pasquale Luca Nacca(presidente gruppo Facebook Artisti Irpini e cultore d’arte) che tratterà I multipli artistici e la calcografia all’acquaforte in Carlo Carrà”.

Concluderà i lavori del seminario di studi il Prof. Stefano Orga (critico d’arte) con una relazione sul tema “L’opera di Carlo Carrà negli anni venti”.

L’incontro artistico culturale sarà organizzato dagli Amici del MdAO, con la collaborazione di: Associazione Culturale ACO di Avellino, Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali della Diocesi di Avellino, Irpinia Insieme, PaxChristi di Avellino, UCSI Unione Stampa Cattolica Italiana coordinamento di Avellino, Settore Cultura di Fare Ambiente e Club per l’UNESCO di Avellino.

 

Carlo Carrà

Carlo Dalmazzo Carrà è nato a Quargnento (Alessandria) l’11 febbraio 1881, da una famiglia artigiana. Dopo aver esercitato per un decennio il mestiere di decoratore murale a Milano, Parigi, Londra, Bellinzona, nel 1906 entra all’Accademia di Belle Arti di Brera e sviluppa una esperienza figurativa di tipo divisionista. Agli inizi del 1910 incontra Marinetti e con lui, Boccioni e Russolo, decide di lanciare un manifesto ai giovani artisti per un rinnovamento del linguaggio pittorico. Vi aderiscono Balla e Severini: nasce così il futurismo. Nell’autunno del 1911 Carrà si reca per la seconda volta a Parigi e avvia i primi contatti col mondo cubista; contatti che si intensificheranno durante il terzo viaggio nel febbraio del 1912 per l’esposizione futurista alla Galleria Bernheim Jeune. In questa occasione conosce Apollinaire, Picasso, Braque, Modigliani, Matisse, Léger, Derain e Medardo Rosso.

Nel 1914 trascorre ancora un periodo a Parigi. Frattanto matura in lui la crisi del futurismo: è questo il tempo dei suoi collages che rispecchiano appunto il suo progressivo distacco dal movimento marinettiano; ed è pure il tempo dei suoi studi sull’arte di Giotto e Paolo Uccello. Nel 1916 sono i dipinti di impronta primitiva e alcuni già metafisici.

Richiamato alle armi, dopo un periodo a Pieve di Cento, è ricoverato all’Ospedale Militare di Ferrara: qui incontra De Chirico e Savinio, Govoni e De Pisis. Nel 1919 Carrà rientra a Milano e si sposa con Ines Minoja. Segue un altro periodo di meditazioni e crisi interiori. La ricerca ora è volta alla semplificazione più scarna dell’immagine per fermare l’essenza; ed è il presupposto diretto della nuova pittura che egli comincerà a realizzare sul finire del 1921.

Nel 1923 Carrà affronta il tema del paesaggio marino a Camogli, e il frutto di questo soggiorno sono alcuni dipinti e parecchi disegni destinati a dar spunto a una serie di acqueforti che inciderà a Milano l’anno seguente.

Dal 1926 Carrà passa ogni anno diversi mesi a Forte dei Marmi, dove trova temi che gli divengono congeniali, le spiagge deserte, i monti sul mare, i capanni, la sua pittura da questo periodo in poi vine denominata dalla critica “Realismo mitico”.

Nell’estate del 1965, la sua ultima estate passata a Forte dei Marmi, esegue una folta serie di disegni, che sono fra le sue ultime opere. Il 13 aprile 1966 Carrà muore a Milano in conseguenza di una brevissima malattia.

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