“Ospitalità extra alberghiera, opportunità di sviluppo locale” ma anche crescita e scambio culturale, a Grottaminarda il convegno sul tema

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Le nuove forme di turismo esperienziale, le occasioni offerte dal programma del “Turismo delle radici 2024”, il Giubileo, l’Alta capacità, la necessità di combattere lo spopolamento, ma anche consigli pratici ed opportunità di finanziamento per aprire un B&B. Di tutto questo si è parlato ieri sera a Grottaminarda nella sala “Thomas Menino, nel corso del convegno “Ospitalità extra alberghiera, opportunità di sviluppo locale”.

L’incontro, organizzato da Confcooperative Campania, Università popolare “Georg Hegel”, Dipartimento studi e ricerche turistiche e di sviluppo territoriale “Disrt”, con il patrocinio del Comune di Grottaminarda, è stato aperto dal saluto della Presidente del Consiglio comunale Virginia Pascucci, che si è detta felice per la scelta ricaduta su Grottaminarda ed ha ringraziato i relatori presenti ed Antonio Spinazzola per aver fatto da collegamento:

«L’Ospitalità extra alberghiera – ha poi aggiunto – è un’opportunità da cogliere per i territori interni come il nostro. Grottaminarda gode di una posizione centrale ma ci piace parlare di territorio ufitano perchè non siamo per i campanili. L’occasione di stasera rappresenta un volere dell’Amministrazione di creare occasioni d’incontro per divulgare ogni opportunità che si presenti per questo territorio e soprattutto per far sì che i cittadini siano pronti a cogliere queste occasioni».

La parola è stata poi passata dal giornalista Carmine Pecoraro che ha moderato l’incontro, al Presidente UNPLI Regionale Tony Lucido, evidenziando il ruolo fondamentale delle Proloco.

«Se non c’è passione, se non c’è amore non ci si muove – ha detto Lucido, evidenziando la spinta emozionale verso la propria terra che muove l’attività delle Proloco ed affonda, ha proseguito – le radici nel terreno della memoria, dei ricordi e del sentirsi parte di un territorio. Essere a Grottaminarda, città che io immagino di qui ad un massimo di un decennio diventare la seconda città della provincia di Avellino, è un piacere. Le Proloco possono rappresentare quel filtro tra la burocrazia e la pratica delle scienze del lavoro, vorremmo quindi essere partner di questa crescita dei servizi turistici affinchè si possano creare le condizioni percui chi viene in questo territorio possa trovare un tessuto sociale culturale dove vale la pena restare. Nella dorsale appenninica la dinamica della desertificazione è ampia, la provincia di Avellino perde 12.000 abitanti ogni 10 anni. Le Pro Loco vogliono concorrere a migliorare la qualità della vita parlando di un passato che non c’è più e la ragione della speranza di un domani».

Nel pratico è entrato Francesco Melillo, Presidente della Confcooperative Avellino, parlando della necessità di fare rete per offrire servizi e spiegando i meccanismi della “cooperativa di comunità” e delle “cooperative energetiche”.

«Grottaminarda è oggi forse l’unico paese nella provincia di Avellino che si trova a fare un ragionamento opposto rispetto allo spopolamento ed ha, inoltre, una grossa opportunità attraverso l’Alta velocità, di crescere ulteriormente, di veder nascere nuove attività economiche ed investimenti. Il problema è che a questo aumento di popolazione anche passeggera, dovrebbe corrispondere un incremento dei servizi e quindi anche dell’ospitalità extra alberghiera. Su questo innesto il ragionamento della possibilità della cooperativa di comunità quale opportunità per i giovani di restare, incoraggiandoli ma anche affiancandoli con le buone prassi. Un’opportunità per mettere in rete i ragazzi che vogliono costruire il loro lavoro sul territorio e trarne il guadagno che gli consenta di vivere su questo territorio. L’opportunità può nascere proprio mettendo in rete tutte queste strutture extra alberghiere, case ma anche servizi da offrire alle persone che o per turismo o per lavoro arrivano in questi territori».

Particolarmente interessante anche l’intervento dell’antropologa Annalisa Di Nuzzo, Docente all’università Suor Orsola Benincasa, autrice di diverse pubblicazioni, per comprendere le diverse tipologie di turismo:

«La motivazione percui ci si sposta per piacere, per vivere un momento particolare è cambiata. È cambiato il turismo nel corso di questi ultimi anni e per questo ritengo che i piccoli centri o centri marginali possano vincere davvero la scommessa importante messa in campo dall’Unione Europea che intende valorizzare il capitale sociale. La figura del mediatore di ritorno potrebbe essere l’occasione per questi piccoli centri, ossia andar via per informarsi e costruirsi un bagaglio per poi ritornare e portare la conoscenza di quello che è il mondo, ovvero quello che è l’aspetto della globalizzazione. Il turismo è l’altro a cui io mi devo presentare per poter accoglierlo e quindi mi confronto nel turismo che è piacere perché c’è il momento economico e di sviluppo. Sviluppo che non significa snaturare il mio territorio, come in tanti fenomeni di turismo aggressivo, ma trasformarlo in quello che in termine tecnico viene definito “ecomuseo”, proteggendo il paesaggio, mostrandone le eccellenze, facendo vivere una specificità. L’ospitalità extra alberghiera è l’occasione in cui si crea una condizione di vissuto in un luogo che ricrea l’idea di essere parte di una comunità da vivere, di vivere una relazione autentica e di arricchirsi e lo stesso turista poi arricchisce l’altro di quello che è il proprio patrimonio culturale».

Le conclusione dell’incontro sono state, infine, affidate a Raffaele Palumbo, Docente dell’Università Unihegel, il quale ha ripercorso la storia del turismo e dell’accoglienza, ha focalizzato l’attenzione sulle opportunità di finanziamenti per i piccoli borghi, ha parlato dell’attività di formazione destinata ai giovani che vogliono investire nei nuovi modelli di accoglienza ed è andato sul pratico spiegando come aprite un B&b.

«Il comune denominatore degli interventi è la valorizzazione del territorio – ha detto Palumbo – Negli ultimi anni abbiamo avuto un boom di aperture di strutture alberghiere perché ci sono state leggi che, per aumentare il reddito di una struttura monoreddito, davano fondi per aprire senza partita Iva. Nonostante si tratti della stessa tipologia di attività si può fare con o senza partita Iva, ma ovviamente ci sono le dovute distinzioni e limitazioni. Noi stiamo girando tutta la Provincia di Avellino per fare formazione attraverso corsi in cui trattiamo legislazione, fiscalità, la gestione della struttura e la comunicazione. Senza formazione non si va da nessuna parte, l’arte di arrangiarsi non deve esserci più, i turisti sono molto preparati. Dobbiamo accogliere ed essere ambasciatori del nostro territorio perché siamo responsabili della riuscita della vacanza ma anche della valorizzazione del territorio»

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