Seminario di studi su Cesare Uva sabato 30 al Palazzo vescovile, a cura degli Amici del MdAO.

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Madonna della Neve Uva C., 1849, 180x100Gli Amici del MdAO organizzeranno un seminario di studi, per celebrare la figura di uno dei maggiori artisti irpini dell’Ottocento, in occasione del centotrentesimo anniversario della scomparsa “L’arte Sacra di Cesare Uva”. Questa sarà l’occasione per scoprire un aspetto quasi sconosciuto di Cesare Uva: quello di autore di opere d’Arte Sacra Cattolica, questa attività gli consentì di ottenere, negli anni ottanta del Diciannovesimo secolo, la Croce di cavaliere della Santa Sede da Papa Leone XIII(1810-1903), per meriti artistici.

Il seminario di studi si terrà nella sala conferenze del Palazzo Vescovile di Avellino, in Piazza Libertà, al civico19, sabato 30 giugno 2016 alle ore 18,00.

Saluteranno: Dott. Giuseppe D’Amore (medico e cultore d’arte), Maestro Francesco Roselli (artista di Calitri), Don Gerardo Capaldo (Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Avellino).

Il seminario di studi sarà moderato dal Dott. Pasquale Luca Nacca(presidente gruppo Facebook Artisti Irpini e cultore d’arte).

Relazioneranno il Dott. Angelo Cutolo (cultore di storia locale) che tratterà il tema “Gli artisti avellinesi del Diciannovesimo secolo”, e il Prof. Andrea Massaro (direttore onorario dell’Archivio Storico del Comune di Avellino e cultore di storia locale) che illustrerà il temaAvellino al tempo di Cesare Uva”.

Concluderà i lavori del seminario di studi il Prof. Stefano Orga (critico d’arte) con una relazione sul tema “L’Arte Sacra di Cesare Uva”.

L’incontro artistico culturale sarà organizzato dagli Amici del MdAO, con la collaborazione di: Associazione Culturale ACO di Avellino, Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali della Diocesi di Avellino, UCSI Unione Stampa Cattolica Italiana coordinamento di Avellino, Settore Cultura di Fare Ambiente e Club per l’UNESCO di Avellino.

Cesare Uva, nacque ad Avellino 11 novembre 1824 da Lucia Argenio (1800-1877) e Mariano(1794-1860), un pittore decoratore, che lo spronò ad interessarsi all’arte pittorica. All’età di circa ventisei anni si trasferì a Napoli ove poté frequentare le lezioni di Gabriele Smargiassi (1798-1882) presso il Regio Istituto di Belle Arti di Napoli, grazie al “pensionato provinciale”, che ottene per la partecipazione alla “Mostra d’arte Irpina” del 1848, con il dipinto all’acquarello su cartoncino Albero invecchiato.

Dopo gli studi partenopei aprì una bottega d’arte ad Avellino. Si trasferì ad abitare a Napoli, ove si sposò con Antonietta Andreani. Nel 1877 realizzò un restauro del Teatro Comunale di Avellino. Nel 1880 aprì una bottega d’arte con il pittore Giovanni Battista (1858-1925), che Cesare Uva chiamava Gianni, in Via Riviera di Chiaia.

Negli anni ottanta del Diciannovesimo secolo ottenne la Croce di cavaliere della Santa Sede da Papa Leone XIII(1810-1903), per meriti artistici, grazie alla segnalazione dell’Abate di Montevergine Dom Guglielmo De Cesare.

I suoi lavori furono molto graditi alla Corte di Ferdinando II di Borbone (1810-1859) e all’aristocrazia napoletana. Furono anche molto apprezzati dalla borghesia avellinese. Si spense a Napoli, sua città adottiva il 16 febbraio 1886.

Cesare Uva esordì nel 1848 alla “Mostra d’arte Irpina” con l’acquarello su cartoncino Albero invecchiato.

Fu invitato alla “Biennale Borbonica di Belle Arti” del 1855, presso il Museo, con il dipinto Veduta di Avellino con ponte. Nel 1862 inviò alcune sue tempere all’“Esposizione Internazionale di Belle Arti” di Londra e nel 1872 un suo dipinto fu inviato all’ “Esposizione Internazionale” di Vienna. Partecipò anche alla “Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa” di Napoli dal 1862 al 1877. All’ “Esposizione Nazionale di Belle Arti” di Roma del 1883 inviò le tempere Foresta in primavera e Ritorno dalla festa di Montevergine al tramonto. Partecipò anche ad una mostra di belle arti a Milano nel 1883 ove presentò i dipinti a tempera Ritorno dalla festa, Una foresta in primavera, Un tramonto.

Cesare Uva realizzò piacevoli vedute e marine, soggetti di vita campestre, paesaggi meridionali (soprattutto campani e laziali), rari soggetti pompeiani, pochi ritratti, rari dipinti d’arte sacra cattolica.

Le sue opere, solitamente realizzate a guazzo ed a tempera, adoperando come supporto: cartoncino e cartone pressato, molto più raramente la tela.

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