Industria Italiana Autobus: Subito il tavolo al Mimit. No speculazioni finanziarie che si scaricherebbero sui lavoratori. Sì al mantenimento dello Stato nella società

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Industria italiana Autobus è un’impresa in mano pubblica in virtù delle partecipazioni  azionarie di Invitalia e Leonardo. IIA produce beni per la collettività, operando nel settore del trasporto pubblico. I suoi “clienti” sono le Amministrazioni locali. IIA opera in un settore in forte allargamento, a fronte della transizione energetica e ambientale ed anche a fronte degli ingenti investimenti che dovranno essere messi in campo per riqualificare il trasporto pubblico.
La crisi di IIA è quindi un paradosso di difficile comprensione; essa scaturisce dall’assenza di una chiara volontà politica di rilanciare l’azienda.
In questo contesto se l’assetto societario deve modificarsi prevedendo l’ingresso di nuovi investitori, le condizioni da preservare con grande attenzione sono due:
• lo Stato deve rimanere dentro la compagine societaria come elemento di garanzia e responsabilità;
• il nuovo (o i nuovi investitoti privati) deve dimostrare solidità patrimoniale e definire un piano industriale serio, concreto, solido e realistico.
Il rilancio di IIA non può che passare attraverso la concretizzazioni di questi due pilastri. Un rilancio che sia di lunga e stabile prospettiva per i lavoratori, fino a  prevedere un allargamento occupazionale, che mantenga l’attività produttiva in entrambi gli stabilimenti di Bologna e Flumeri e che preveda un forte investimento in ricerca e sviluppo.
Come Sindacato chiediamo da tempo la riconvocazione del tavolo presso il Mimit. Le decisioni non possono essere prese sopra la testa dei lavoratori. Non accetteremo scelte che consideriamo sbagliate.
IIA è stata difesa in questi anni dai lavoratori. Ogni scelta dovrà passare attraverso il loro consenso. Tutti devono essere consapevoli di questo.
Per questo, venerdi’ 9 febbraio, è dichiarato sciopero di 8 ore con presidio sotto il Mimit con lavoratrici e lavoratori dei due stabilimenti. nel caso di perdurante indifferenza del Mimit, ci rivolgeremo direttamente a Palazzo Chigi

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