Il Municipio che cambia, Gazzetta di Avellino intervista Fabio Grassi, Sindaco di Tufo.

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Viaggio di “Gazzetta di Avellino” fra le Istituzioni di prossimità

Nella crisi italiana, nella stagione del ripiegamento del “pubblico”, i Sindaci costituiscono la “nuova frontiera” nella tormentata relazione fra cittadini e istituzioni. Un ruolo per certi versi necessitato, imposto dal declino delle tradizionali strutture statuali dentro un difficile passaggio di fase. I Sindaci, soprattutto quelli dei piccoli Comuni, si connotano ormai nei termini dell’Istituzione di prossimità cioè lo snodo ultimo e decisivo dei “diritti di cittadinanza”. Ruolo delicato, particolarmente esposto ma centrale circa la ridefinizione di nuove forme della Politica. “Gazzetta di Avellino” sceglie la consapevolezza del viaggio, della ri-scoperta di ambiti istituzionali che segnati ingiustamente da una perifericità rappresentativa svolgono un ruolo centrale, attivo e protagonista.

Tufo è un piccolo comune sotto i 1000 abitanti, il cui nucleo originario si formò sulle rive del fiume Sabato, alle pendici del Monte Gloria, che prende il nome naturalmente dalla roccia vulcanica ricca di zolfo di cui è ricco il suo territorio. Proprio la ricchezza di zolfo delle sue terre fa sì che a Tufo venga prodotto uno dei fiori all’occhiello dell’enogastronomia italiana, il Greco DOCG. Ed è proprio da Tufo che “Gazzetta Di Avellino” inizia il suo viaggio nelle Istituzioni di prossimità. Sindaco di Tufo è Fabio Grassi, in carica dal 2004 e quindi prossimo al termine del suo mandato. Un mandato che è stato caratterizzato dal costante restringimento dell’ammontare dei fondi trasferiti agli enti locali. “La maggiore difficoltà”, spiega il Sindaco Grassi, “è stata quella di dover mantenere il livello di servizio erogato ai cittadini potendo contare su sempre minori risorse. I tagli ai trasferimenti seguiti all’abrogazione della Legge 51/78 ed analoghe hanno penalizzato soprattutto le zone interne. Ci sono tantissimi comuni dell’avellinese, del beneventano, ma anche del salernitano, che hanno il nostro stesso problema. Ormai l’unica possibile soluzione per ricevere fondi è la corsa ai PON finanziati con i fondi europei, ma tocca competere con un numero sempre maggiore di concorrenti per un ammontare sempre minore di fondi. In più la Regione ha spesso mostrato miopia nell’aggiudicare finanziamenti a progetti spesso scollegati e scoordinati tra loro, senza una visione strategica di insieme che porti ad esempio ad un progetto organico di promozione del territorio, con dei valori importanti come quelli di Tufo che ha nel suo territorio le cantine più antiche della Campania.”

A proposito di promozione del territorio, è notizia di qualche giorno fa l’intenzione di intraprendere una serie di iniziative coordinate da parte dei 7 Comuni dell’Area del Greco DOGC, con Tufo capofila: “Abbiamo raggiunto un intesa per sviluppare azioni comuni ed un progetto coerente di promozione del territorio, che non si limiti al solo vino, ma che vada ad abbracciare tutto il comparto enogastronomico, magari con la creazione di un marchio Greco che vada a caratterizzare tutti i prodotti tipici della zona. Si tratta di un discorso complesso, ma c’è tutta l’intenzione di tradurlo in un documento programmatico al quale naturalmente seguiranno i fatti, non vogliamo che rimanga lettera morta, c’è tutto l’interesse per andare avanti in questa direzione, il modello toscano per l’enoturismo sembra quello che più si confaccia alla nostra realtà. Speriamo che ci sia dagli organi sovracomunali l’attenzione adeguata.”

Quello del rapporto tra Governo centrale ed Enti Locali è un altro tema che alimenta quotidianamente il dibattito politico, ma in pochi vanno a sentire cosa ne pensano i Sindaci, soprattutto quelli dei piccoli comuni: “La Regione Campania ha una realtà particolare, racchiude in sè realtà territoriali eterogenee e, questo è nella realtà dei fatti, rimane “Napoli-centrica”. Non c’è dubbio che le Regioni così come sono abbiano bisogno di un riassetto, che bisogna evitare le duplicazioni legislative e conseguentemente delle strutture, c’è un problema di razionalizzazione ma non credo che il modo migliore di risolverlo sia l’abolizione delle Provincie. Ritengo anzi che ci sia bisogno di un organismo intermedio e di raccordo tra il Comune e la Regione, la Provincia assolveva a questa funzione ed era un luogo di confronto per le realtà più piccole delle aree interne. Purtroppo siamo in una fase politica dove prevale il populismo, e non si guarda ai problemi delle funzioni e delle capacità di spesa.”

Il Sindaco di Tufo conclude con un appello affichè venga preservata e la linea ferroviaria Salerno-Avellino-Benevento, oggetto di continue riduzioni di corse, che nel 2012 portarono addirittura alla chiusura della Stazione FS di Avellino: “E’ una tratta importante perchè collega le due versanti, tirrena ed adriatica, ed andrebbe potenziata perchè costituirebbe una valida alternativa al trasporto su gomma, e perchè andrebbe nel senso della costituzione di quella che viene chiamata “metro regionale” ma che in realtà interessa solo la tratta Caserta-Napoli-Salerno.”

PIETRO PIZZOLLA

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