Mobilità studentesca, firmato il protocollo di intesa Università-Comuni. La soddisfazione del Rettore Tommasetti.

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Mercoledì 17 settembre, alle ore 11.30, presso la sala del Senato Accademico dell’Università di Salerno è stato s siglato un protocollo d’intesa tra l’ateneo di Salerno e i comuni di Salerno, Avellino, Baronissi, Battipaglia, Bellizzi, Cava de’ Tirreni, Eboli, Fisciano, Mercato San Severino, Montoro e Roccapiemonte, con l’obiettivo di favorire  la mobilità degli studenti verso i campus universitari e l’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.

Queste le dichiarazioni del Rettore Aurelio Tommasetti:

Ringrazio i Sindaci dei Comuni che per hanno risposto al nostro invito: dott. Paolo Foti (Avellino), dott. Gianfranco Valiante (Baronissi), dott. Domenico Volpe (Bellizzi), dott. Franco Longanella (Castel San Giorgio), prof. Marco Galdi (Cava dei Tirreni), dott. Martino Melchionda (Eboli), dott. Tommaso Amabile (Fisciano), dott. Giovanni Romano (Mercato San Severino), dott. Mario Bianchini (Montoro), dott. Ernesto Sica (Pontecagnano), dott. Andrea Pascarelli (Roccapiemonte) e dott. Vincenzo De Luca (Salerno) e il commissario prefettizio di Battipaglia, dott. Gerlando Iorio.

L’Università di Salerno in meno di cinquant’anni è divenuto il punto di riferimento culturale, scientifico e tecnico per il capoluogo, la provincia e la nostra regione.

Completata l’infrastrutturazione del Campus, la sfida che l’Università di Salerno ha lanciato è di costruire una rete a servizio del territorio per divenire sempre più elemento di riferimento e di traino. Molti sforzi sono stati fatti nel recente passato e in particolare nell’ultimo anno e molti altri sono in programma nell’immediato futuro: il potenziamento dell’offerta didattica integrato con le scuole di specializzazione e con un fitto calendario di Summer School, azioni di supporto alla ricerca e al trasferimento tecnologico (come la Borsa della Ricerca), il potenziamento del placement, con una attenta azione di monitoraggio dei nostri laureati e il potenziamento della rete di rapporti con le aziende del territorio – solo per citare i più recenti –, unite a tante altre iniziative che hanno rilanciato sul piano nazionale e non solo il nostro Ateneo, fanno oggi dell’Università di Salerno il riferimento per l’intero mezzogiorno, una università a pieno titolo inserita nei principali circuiti della ricerca e della formazione nazionale ed europea.

Il nostro Ateneo è oggi è il primo ateneo del sud ma è anche tra le prime dieci università italiane – inclusi i politecnici – per capacità di attrazione di fondi, la maggior parte dei quali sono legati a progetti che coinvolgono le aziende e gli enti del nostro territorio.

Questi risultati e gli sforzi che stiamo facendo, tuttavia, non sempre sono accompagnati da un adeguato supporto da parte del territorio. Noi non siamo e non vogliamo essere un’isola, ma il cuore pulsante della nostra terra.
Ma il cuore per poter assolvere al suo compito ha bisogno delle arterie: la rete di trasporti è un elemento vitale per l’integrazione del nostro Ateneo nel territorio.

Il nostro Ateneo è oggi in grande difficoltà a causa della grande sofferenza del comparto del TPL nella nostra regione e in particolare nel nostro territorio, della mancanza di una concertazione tra i diversi centri che erogano servizi sul territorio e che necessitano di servizi di trasporto efficienti.

La scelta di localizzare l’Università nella Valle dell’Irno ha portato grande impulso al territorio e ha consentito all’Università di potersi dotare delle strutture più moderne che ci hanno consentito di crescere. Ma tutto quanto è stato realizzato perde di significato se non di collega il cuore con il resto del corpo: l’assenza di una politica e di azioni di sviluppo delle infrastrutture e dei servizi di trasporto da e per l’Università rischia di condizionare in negativo il nostro futuro.

Ridurre i servizi di trasporto nell’imminenza dell’inizio dei corsi, proprio mentre stiamo raccogliendo significativi segnali di inversione di tendenza con la crescita degli iscritti è un fatto preoccupante a cui dobbiamo e vogliamo porre rimedio. Occorre passare dalle parole ai fatti, superando la stagione delle promesse mancate: la costruzione della terza corsia della bretella autostradale – già finanziata e oggi stralciata dalla programmazione –, la ferrovia nel Campus di Fisciano, la crisi del TPL e il taglio delle corse da e per l’Università devono rientrare al primo posto nell’agenda delle istituzioni.

Noi stiamo investendo, non solo in servizi ma anche in infrastrutture, offrendo agli studenti un nuovo terminal bus e servizi per facilitare l’accesso al TPL, ma questo da solo non basta: occorre siglare un nuovo patto con il territorio, con gli Enti responsabili della programmazione e con gli operatori economici (le aziende di trasporto).

Il protocollo di intesa che oggi sigliamo con quello che vogliamo sia il primo nucleo di un gruppo di lavoro più ampio va proprio in questa direzione. Con i Comuni dai quali partono direttamente più di un terzo dei nostri studenti e che insistono su un’area dalla quale ogni giorno parte quasi il 50% degli iscritti ai nostri corsi si è deciso di lavorare insieme per meglio servire la fascia più debole e alle quali sono affidate le speranze del Paese.

Il protocollo, immediatamente operativo, attiverà fin dalla prossima settimana un tavolo tecnico permanente per analizzare le esigenze di mobilità degli studenti del nostro ateneo e dei territori dai quali essi provengono con l’obiettivo di mettere a fattor comune esperienze e soluzioni. Il Tavolo Tecnico, coordinato dal Delegato alla mobilità, prof. Vincenzo Galdi, potrà essere integrato di volta in volta dagli Enti responsabili dei servizi di TPL e dalle Aziende che erogano tali servizi sul nostro territorio.

Ringrazio ancora tutti e vi chiedo di non lasciarci soli a combattere per il nostro territorio e per i nostri giovani.

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