A Montoro nuovo impianto Cartiera Confalone, preoccupazioni per impatto ambientale.

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“Tra i 5 Contratti di Sviluppo finanziati dal MISE in Campania, quello ottenuto dalla Cartiera Confalone S.p.A. ci riguarda da vicino perché l’azienda salernitana occuperà buona parte della zona P.I.P. di Montoro Nord (ex Superiore), vale a dire un area di circa 100mila mq. La società, che ha già un impianto alla frazione S. Bartolomeo, ha ottenuto l’ok a un finanziamento di ben 46,4 milioni di euro per un investimento che dovrebbe offrire , come si può leggere nelle slide del sito ministeriale , un prodotto sempre più concorrenziale in termini di rapporto qualità/prezzo per sviluppare la propria quota di mercato all’interno della GDO(ossia Grande Distribuzione Organizzata) , attraverso la riorganizzazione della logistica aziendale e l’incremento dell’attuale capacità produttiva .

Di questa bella somma – scrivono in una nota i rappresentanti di Sinistra Italiana Montoro – Solofra – , 14 milioni andranno come contributo a fondo perduto, 20,8 milioni con finanziamento agevolato. Una vera pioggia di soldi (per intenderci circa 90 miliardi delle vecchie lire) su cui però vorremmo porre alcune questioni che crediamo stiano a cuore alla cittadinanza montorese.

In primo luogo, l’insediamento produttivo si localizza nella zona P.I.P. ai confini con il comune di Solofra, a ridosso della frazione Chiusa e di località Starza, dove ci sono decine di famiglie e centinaia di abitanti; è stato valutato l’impatto ambientale che un opificio di medie-grandi dimensioni può avere sul territorio e sulle persone? Anche perché stiamo parlando di una cartiera, cioè di un’industria potenzialmente inquinante che richiede l’utilizzo di enormi quantitativi di acqua ed energia, rilascia nell’ambiente reflui liquidi (le acque di risulta della lavorazione della carta), produce rumori, emissioni gassose e maleodoranti nell’atmosfera.

Quale approvvigionamento richiederà il nuovo impianto? La crisi idrica che sta attraversando il comprensorio a seguito delle note vicende dell’inquinamento da PCE si aggraverà ulteriormente?
E’ stata prevista una rete di monitoraggio delle acque e dell’aria per controllare quotidianamente ciò che verrà sversato nel suolo, nell’alveo della Solofrana-Rio Secco ed emesso nell’atmosfera? Come verrà gestito lo smaltimento dei rifiuti della lavorazione?

Chiediamo all’amministrazione comunale di mettere a disposizione della cittadinanza, sia in forma cartacea che in rete, tutta la documentazione, presente e futura, riguardante l’insediamento, autorizzazioni edilizie, Valutazione Impatto Ambientale, che vengano rese note quali fasi produttive si svolgeranno nello stabilimento, quali prodotti potenzialmente inquinanti verranno utilizzati, insomma tutto quanto sia utile per far conoscere alla cittadinanza ogni aspetto della vicenda , in particolare ciò che riguarda la tutela della salute e del territorio.

Un investimento supportato da ingenti risorse pubbliche, un distretto già duramente messo alla prova da anni di saccheggio del territorio, da inquinamento industriale e ricorrente violazione di norme ambientali richiedono la massima trasparenza e la massima informazione.

Vorremmo a questo punto condividere una riflessione con i cittadini. Montoro e Solofra fanno parte con Serino di uno dei pochi distretti industriali ufficialmente riconosciuti in Campania, con tutte le potenzialità che può comportare in termini di programmazione e sviluppo; circa due anni fa un Consiglio comunale congiunto in pompa magna annunciava una cabina di regia per lo sviluppo e la lotta all’inquinamento. Di tutto ciò rimane poco, anzi nulla; un impianto viene collocato a valle del depuratore centrale mentre a Solofra il sovradimensionamento e la crisi imporrebbero la diversificazione della produzione, un razionale utilizzo degli opifici vuoti o sotto utilizzati, anche consentendo il cambio di destinazione per evitare ulteriore inutile consumo di suolo e cementificazione. Come non ricordare le promesse degli amministratori del passato e del presente: nel P.I.P. di Montoro no ad industrie inquinanti. Ebbene, ancora una volta, ciò che viene proclamato trova smentita nella pratica quotidiana.

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